La fede aiuta l’uomo a diventare più uomo

Poi vidi: ecco, una porta era aperta nel cielo (Ap 4,1)

Che cosa grande e profonda è la fede! L’uomo moderno ha molto a cuore il concetto di possibilità. Ragiona intorno all’uomo più in termini di libertà e di possibilità che di natura; più per quello che può divenire, che per quello che è per nascita. “La possibilità: questo prodigio che è così infinitamente delicato (il polline più fine della primavera non è così delicato!), così infinitamente fragile (il merletto più delicato non è così fine!) è tuttavia più forte di tutto, se c’è la possibilità del bene”. Ma lo stesso uomo moderno è poi tentato dall’angoscia, appena constata, come avviene in certi filosofi esistenzialisti, la mancanza di possibilità che caratterizza di fatto l’esistenza umana.

Questo sfondo culturale ci aiuta a scoprire qualcosa di nuovo della fede: essa infatti è ciò che apre all’uomo ogni possibilità, perché “Tutto è possibile a chi crede” (Mc 9,23). La fede è una possibilità che è in mano nostra. Credere significa “consentire che è vera la cosa che ci viene detta” e il consentire è in potere della nostra volontà. “È in nostro potere dunque credere; Dio ci ha fatti in modo che possiamo credere, anche se questo stesso potere, come ogni altro, viene da Dio ed è dono suo” .

La fede è una possibilità offerta a tutti, indistintamente. Essa è l’unica cosa, a pensarci bene, che fa l’uguaglianza tra gli uomini, perché tutti – ricchi e poveri, dotti e ignoranti – hanno la stessa capacità di credere. Anzi i poveri, i semplici, gli svantaggiati dal punto di vista umano, sono i più avvantaggiati nei confronti della fede, come ricorda Gesù: “Queste cose le hai rivelate ai piccoli” (Mt 11,25).

In questa linea pratica, dobbiamo fare qualcosa di più che riportare alla luce e contemplare le certezze della nostra fede. Siamo chiamati a metterle in atto, passando dalla contemplazione all’azione, dalla teoria alla pratica. Dio è colui che sempre ci giustifica per grazia, a cominciare dal Battesimo; noi perciò dobbiamo sempre di nuovo accogliere questa sua giustificazione mediante la fede. “In forza della fede, attendiamo fermamente la giustizia sperata” dice l’Apostolo (Gal 5,5) che collega di solito la giustificazione con il Battesimo. Ci possono essere tante rinascite per fede, tanti nuovi inizi in questo processo.

Il Vangelo ci offre un modello da imitare: il pubblicano. Egli salì al tempio in un’ora di calma. C’erano solo due persone in quell’ora, un fariseo e lui. Lì raccolse tutta la sua vita in un grido: “O Dio, abbi pietà di me peccatore!” (Lc 18,13). Non vide in sé altro che peccato e in Dio altro che misericordia. Per questo “tornò a casa sua giustificato”. La verità era uscita dalla terra del suo cuore e così la giustizia si era affacciata per lui dal cielo.

(da: Preparate le vie del Signore)

Per gentile concessione della casa editrice Ancora.