La domanda politica: rappresentanti onesti

La “domanda” politica degli italiani è molto semplice. Avere rappresentanti onesti, che gestiscano politiche pubbliche sufficientemente innovative per assicurare il mantenimento e lo sviluppo dello standard di vita cui siamo abituati, in un quadro di crescente interdipendenza, ma anche competizione internazionale. Finalmente anche l’”offerta” si sta organizzando, a meno di due mesi ormai dalle elezioni politiche, lievemente anticipate, dopo più di un anno di governo “tecnico”.

Il fatto nuovo è la “salita in campo”, per aggiornare la metafora sportiva di vent’anni fa, di Mario Monti. Ha scelto, il 23 dicembre, la tradizionale conferenza stampa di fine anno del presidente del Consiglio, all’indomani delle dimissioni e dello scioglimento della legislatura, per annunciare un programma (l’«agenda») e la disponibilità, che gli veniva richiesta da più parti, alla candidatura per succedere a se stesso, dopo le elezioni.

L’elemento più innovativo sembra essere, proprio l’aggregazione che si dovrebbe riconoscere in Mario Monti, ferme restando da un lato l’alleanza che ancora una volta si definisce “progressista” e dall’altra l’inossidabile presenza di Silvio Berlusconi. La sfida per questa nuova aggregazione è comunque sapere parlare non solo alla testa, ma anche alla pancia e soprattutto al cuore degli italiani, che amano ormai la competizione più del consociativismo e in tutte le occasioni elettorali hanno saputo sempre mostrare una grande responsabilità, ben modulando il voto, politico, amministrativo, europeo e regionale.

La campagna elettorale, che verosimilmente si svolgerà non solo sull’asse destra-sinistra, ma anche su quello continuità – cambiamento, sarà certamente dura e concentrata. Non mancheranno colpi di scena. Anche perché i numeri dei sondaggi sono assai provvisori, stante la larga parte di indecisi, così come l’umore della vasta area della protesta.

E’ certo comunque che, al di là dei personalismi e delle propagande, peraltro inevitabili e che è da augurarsi restino nei limiti fisiologici, dovranno emergere alcuni impegni e alcune linee. Cosa sarà del sistema-paese, nei quadri europeo e globale, come adeguare le istituzioni, come dimagrire la politica e ultimo, ma essenziale, come salvaguardare e sviluppare i valori e gli assetti di fondo della giustizia e della vita sociale, a partire dal lavoro e dalla vita, dalla famiglia e dal matrimonio, così come la costituzione giustamente li intende.