Chiesa di Rieti

La croce è vuota, il gregge ricomposto. Chi ha avuto un’esperienza con Gesù non è più lo stesso

Al termine della recita del rosario, nella sua consueta riflessione serale, il vescovo Domenico è tornato su alcune immagini del film Jesus Christ Superstar. La pellicola è del 1970 e compie dunque 50 anni

Al termine della recita del rosario, nella sua consueta riflessione serale, il vescovo Domenico è tornato su alcune immagini del film Jesus Christ Superstar. La pellicola è del 1970 e compie dunque 50 anni. L’esperimento di calare gli ultimi sette giorni di vita di Gesù all’interno dell’immaginario hippie di quegli anni a molti sembrò azzardato, ma non a Paolo VI, che, ricorda il mons Pompili, «dopo aver visto il film intuì subito lo straordinario successo che avrebbe avuto un linguaggio come la musica rock. Non solo per i più giovani».

A scandalizzare molti, fu però la scelta di evitare la messa in scena della resurrezione. L’ultima scena, dopo la crocefissione, vede la troupe di attori risale sul pulmino per tornare a casa. Su questi fotogrammi si innesta la lettura del vescovo: «nel finale i protagonisti che veramente hanno avuto un contatto con Gesù mostrano un atteggiamento differente rispetto agli altri attori. Pilato, ad esempio, si ferma pensieroso verso la croce; similmente fa Maria Maddalena e, da ultimo, Giuda fissa a lungo la croce, anche quando il pulmino parte tra le strade polverose. Ci si accorge che Gesù non è presente tra gli attori che fanno ritorno e, allo stesso tempo, l’inquadratura finale al tramonto, mostra come la croce sia priva della figura di Gesù, Ad un certo punto si intravede in lontananza, come un’ombra, un pastore che, lentamente conduce un gregge». Un’immagine che evoca il vangelo di Giovanni: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore».

Peraltro, mons Pompili ha sottolineato che più volte nel corso del film si succedono scene con un gregge: «quella più intensa rappresenta Giuda che, appena dopo aver tradito Gesù nell’ultima cena, scappa sparpagliando un gregge di color rossastro, come il sangue che verrà sparso. Ora, nell’ultima inquadratura, la croce è vuota, il gregge è ricomposto e chi ha avuto un’esperienza con Gesù non è più lo stesso».

«Ma non sono proprio questi – ha concluso don Domenico – gli effetti dirompenti e intimi della Resurrezione?».