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La Colombia tra povertà e pandemia: la Chiesa in prima linea

La fraternità e la solidarietà unico modo per superare le avversità legate a questa emergenza. Così monsignor Héctor Fabio Henao Gaviria, direttore del Segretariato nazionale per la Pastorale sociale in Colombia non smette di sollecitare un Paese ancora ferito dalla violenza e piegato dalla povertà

La fraternità e la solidarietà unico modo per superare le avversità legate a questa emergenza. Così monsignor Héctor Fabio Henao Gaviria, direttore del Segretariato nazionale per la Pastorale sociale in Colombia non smette di sollecitare un Paese ancora ferito dalla violenza e piegato dalla povertà

Le azioni pastorali della Chiesa cattolica in Colombia nel contesto dell’attuale crisi  sanitaria sono state raccolte in questi giorni in un nuovo spazio web pensato proprio dalla Segreteria permanente dell’Episcopato colombiano. Si tratta di  https://iglesiaantecoronavirus.cec.org.co, che ospita le dichiarazioni e le azioni, insieme ai comunicati delle istituzioni della Chiesa cattolica a livello latino-americano e mondiale. Tante sono le iniziative che hanno segnato questa Pasqua e che continuano a servire i più bisognosi: dalla pastorale per le famiglie alla solidarietà per anziani, persone sole, senza lavoro nè alloggio. Si chiama poi “Condivisione cristiana dei beni”, la campagna lanciata dalla Chiesa del Paese che quest’anno alla sua trentanovesima edizione è dedicata all’emergenza coronavirus. A parlarne è monsignor Héctor Fabio Henao Gaviria, direttore del Segretariato nazionale per la Pastorale sociale, che ha chiesto a tutto il Paese di non lasciarsi vincere dall’indifferenza nei momenti difficili come quello che stiamo vivendo:

R. – La chiesa colombiana ha fatto, diciamo, un appello per richiamare alla solidarietà tutto il Paese e tutta la socieà verso coloro che sono in situazione di povertà e che  soffrono di più a causa della pandemia . Abbiamo allora deciso di dividere le diocesi in quattro gruppi in base a quelle che sono le azioni più rilevanti da portare avanti. La prima è connessa con la situazione alimentare. Sappiamo che ci sono tante persone che hanno fame e che non possono andare a lavorare. Allora un gruppo importante di diocesi ha preso la decisione di far arrivare , alle famiglie che hanno più bisogno, gli alimenti a casa e poi cerca come Chiesa di essere presente, vicina alla gente in situazione di povertà. Una  seconda azione intrapresa è per tutte quelle persone che abitano sulla strada: loro in tante città, specie in quelle mediopiccole della Colombia, non hanno un posto dove andare e perciò si trovano in una situazione di rischio altissimo di contagiarsi. E così le diocesi hanno aperto diversi centri per accogliere queste persone e cercano di farlo garantendo situazioni di sicurezza, di bio – sicurezza. Poi facciamo anche una grande campagna per far conoscere l’impatto della violenza familiare: facciamo cioè un lavoro di attenzione e vicinanza psico-sociale e di presenza pastorale in quelle famiglie che sappiamo che hanno all’interno una sofferenza particolare.

Quali sono le preoccupazioni più forti che lei ha nel cuore?

R. – La più grande preoccupazione che ho riguarda le persone che non hanno una rete sociale attorno e che si sentono veramente abbandonate e tante volte sono delle persone anziane con problemi economici.

Monsignor Henao è vero che, nonostante la crisi, la violenza, soprattutto contro i leader sociali non si è mai fermata?

R. – Sì, ci sono confronti tra guerriglie e narcotrafficanti e un gruppo importante di leader sociali si trova sotto una minaccia di morte e altri sono stati assassinati. La situazione umanitaria legata al conflitto e alla violenza continua ad essere per noi preoccupante. Si mischiano le due situazioni: da una parte la violenza dall’altra parte la pandemia. Quest’ anno è una Pasqua nella quale tanta gente soffre, in tanti camminano sotto la croce,  però poi devono trovare la risurrezione, devono trovare il Cristo Risorto.

Da Vatican News