La città dello scandalo

La nascita di un bambino è sempre motivo di gioia e quanto accaduto in questi giorni sta rubando ogni battito di felicità.

In ogni storia e da ogni storia si dovrebbe comunque prendere il bello e invece si continua a parlare di scandalo, senza rispetto alcuno per una madre e per il suo bimbo.

La storia della suora ha un aspetto umano che nessuno ha provato ad analizzare. D’altronde leggiamo ogni giorno di donne che scelgono di abortire, di piccoli abbandonati, di neonati non riconosciuti e, al di là della notizia, non ci si ferma a capire il problema sociale e la storia di esseri umani che per difficoltà economiche, psicologiche e spesso anche per la sola paura di essere giudicati, non ce la fanno, si arrendono.

In questo caso, seppur in silenzio, una donna ha scelto di essere madre.

Rispettiamo il suo silenzio. Non rendiamole il nuovo percorso ancora più difficile di quello che di per sé è e sarà. Nessuno di noi ha il diritto di condannarla o di metterla alla gogna, cosa che sta avvenendo, non rispettando la sua scelta di starsene in disparte.

Quando si sentirà più serena sarà lei stessa a fare delle dichiarazioni, ma in questo momento non è opportuno continuare a gridare allo scandalo, a coinvolgere e sconvolgere la vita di un intero convento, a cercare in maniera spasmodica un padre, a inseguire una curiosità malata.

Di certo non sarà lasciata sola e insieme al suo bambino verrà aiutata. Certo, c’è chi sceglierà di farsi pubblicità e chi lo farà in silenzio, questo al buon gusto di ognuno.

Ad ogni modo, dopo un iniziale momento di smarrimento, di positivo in questa storia c’è la risposta di una città intera.

In tutta Italia, e non solo, si parla ormai di Rieti. L’immagine trasmessa è quella di un ospedale, ma nessuno parla di tanta gente onesta che sente vicina questa mamma e quasi la protegge da tanta curiosità.

Nonostante la grande crisi che ha colpito questo territorio, i buoni sentimenti non sono stati scalfiti e in molti sono pronti ad aiutare la donna e il suo bambino. Sono persone che non cercano pubblicità, ma che stanno facendo sentire la loro voce.

La rabbia, se c’è, è per il fatto che si parla solo di scandalo e mai di una città ricca di storia che è il centro d’Italia, di un luogo che potrebbe vivere d’arte e di cultura, con una meravigliosa cinta muraria, con santuari e monumenti, con montagne e laghi, con paesaggi mozzafiato e con una crisi che purtroppo non regala un futuro ai nostri giovani.

Ecco, se cominciamo a parlare di questo si da speranza non solo a una madre e al suo bambino, ma a una comunità.

Ci sarà tempo e modo per rispondere a domande, spegnendo il prurito dei media, ma in questo momento pensiamo solo a stringerci intorno a un nuovo nucleo familiare e, anche se non condividiamo un percorso, rispettiamo una scelta, rispettiamo una vita, anzi, due.