La Chiesa della città di Rieti dalla società agricola a quella industriale e postindustriale / 1

I territori di Rieti e Cittaducale durante lo sviluppo turistico e industriale degli anni ’70.

Sui territori dei Comuni contigui di Rieti e di Cittaducale, intorno agli anni ’70, si verificarono profondi cambiamenti sociali sia per lo sviluppo del polo turistico del Terminillo sia per l’istallazione del Nucleo industriale nella zona di Vazia e di Santa Rufina di Cittaducale sia per la costruzione del nuovo ospedale generale provinciale di Rieti. Tali cambiamenti rendevano sempre più anacronistica l’appartenenza dell’ex diocesi di Cittaducale all’arcidiocesi de L’Aquila.
Mons. Dino Trabalzini, vescovo di Rieti, il 16 gennaio 1972 venne nominato, dalla Congregazione dei Vescovi, amministratote apostolico con il compito di riunire quei territori dall’arcidiocesi de L’Aquila alla diocesi di Rieti.
Alcuni sacerdoti, in numero di 10, della città di Rieti, sensibili di fronte ai problemi nuovi creatisi con i primi passi dell’industrializzazione, si costituirono, in modo spontaneo e libero, come gruppo sacerdotale del mondo del lavoro, partecipando, in modo attivo, al termine del mese di marzo e all’inizio di aprile del 1972, nei dibattiti che si tennero, come tavole rotonde, nella Sala S. Nicola del palazzo papale di Rieti, con la partecipazione dell’avvocato Leonardo Leonardi, dell’ing. Mario Fortini, Direttore della Texas, e di don Lorenzo Chiarinelli, responsabile dell’Ufficio di Coordinamento dell’Azione Pastorale della diocesi di Rieti. L’ingegner Fortini metteva a fuoco i principali problemi connessi al processo di industrializzazione, individuati nei trasporti, nella emigrazione interna, negli orari, nella abitazione, nella manodopera, nella famiglia, nel carattere tipicamente femminile delle lavoratrici della Texas con i traumi legati alla psicologia delle giovani, nell’alternanza dei turni, nel tempo libero e nel divertimento.
La Chiesa di Rieti, volendosi mettere al servizio degli uomini in un mondo del lavoro in continua evoluzione, promosse, insieme alle diocesi confinanti, nel luglio 1972, un Convegno interdiocesano per coscientizzare (questo era il termine in voga) non solo sacerdoti e laici ma anche gruppi, ambienti e strutture per aiutare l’uomo moderno a non perdere la fede e a realizzarsi nelle prospettive terrene.
Il nucleo industriale di Rieti cominciava ad imporsi oltre i confini provinciali e nazionali tanto da richiamare il 21 ottobre 1972 non solo i rappresentanti dei giornali locali: «Il Messaggero», «Il Tempo», «Il Giornale d’Italia» e «La Voce» ma soprattutto venti giornalisti provenienti dall’Olanda, dalla Francia e dalla Germania per informarsi ed informare l’opinione pubblica circa la presentazione della calcolatrice tascabile dal nome Datamath: primo prodotto finito da una industria operante in una fabbrica insediata nel nucleo di Rieti. L’ing. Mario Fortini, con soddisfazione, affermò: «è un prodotto a livello mondiale che permetterà di far conoscere il nostro Nucleo all’Europa e al mondo intero».
La Chiesa della città di Rieti, osservando la massiccia occupazione in frabbrica delle donne, promosse, su indicazione del Concilio Vaticano II, la nascita sia del Gruppo femminile del Mocli, al fine di sensibilizzare l’ambiente della necessità di asili nido e di scuole materne, sia l’istituzione dei Corsi di teologia per i laici.