Arma dei Carabinieri

La carriera del tenente colonnello Mariano Celi, da Kabul a Rieti

Il tenente colonnello Mariano Celi, 49enne, romano, da settembre 2017 è capo ufficio e vice comandante del Comando Provinciale Carabinieri di Rieti

I recenti avvenimenti che hanno ulteriormente sconvolto l’Afghanistan, un Paese già lacerato da anni di guerre e sanguinosi conflitti interni dove le parole normalità e stabilità sembrano ancora lontani, non sono poi così distanti da Rieti ove vive e presta servizio un carabiniere che in quei luoghi remoti dell’Asia centrale ha operato nell’ambito di una missione NATO.

Si tratta del tenente colonnello Mariano Celi, 49enne, romano, da settembre 2017 capo ufficio e vice comandante del Comando Provinciale Carabinieri di Rieti. Ufficiale con un ampio background nello specifico settore poiché è stato spesso impiegato in delicate missioni in teatri operativi stranieri tra i quali anche Libano e Palestina.

Tra l’ottobre 2019 e l’aprile 2020 ha operato a Kabul in qualità di Senior Advisor (consulente tecnico) del Direttore dell’Afghan Anti Crime Police, incarico nel quale ha potuto offrire il proprio contributo di esperto operatore di sicurezza nel processo di “reblueing” (trasformazione da Forza Militare a Forza di Polizia) della Polizia afgana, lavorando insieme ad altri Ufficiali delle FF.AA e FF.PP. dei paesi NATO all’interno di una grande unità operativa ove l’Arma dei Carabinieri era l’unico Corpo italiano.

La mission era quella di assistere e consigliare il top management del Ministero degli Interni afgano nell’adottare le misure più idonee a costruire un modello di law enforcement autosostenibile ed autosufficiente, capace di pianificare autonome linee di azione a contrasto della criminalità e provvedere a tutte le esigenze operative, amministrative, logistiche ed addestrative.

Un processo lungo ed impegnativo che si prefiggeva lo scopo di creare una vera e propria Forza di Polizia e non una milizia, come fatto fino ad allora. Missione che di fatto non è stata portata a termine, anche a causa della pandemia da covid 19 che ha anticipato il rientro in patria dell’Ufficiale e di parte del contingente italiano.

Gli accordi di DOHA e l’attuazione dei conseguenti piani di ritiro hanno di fatto impedito il completamento della missione lasciando l’apparato di sicurezza Afgano incompiuto.

Il tenente colonnello CELI continua comunque il suo impegno in ambito internazionale e presto sarà impiegato in Iraq con analoghe mansioni operative.