Iva pagata in ritardo, assolto Preite. La minoranza: i risarcimenti non gravino sui cittadini

A scaldare gli animi in Comune in questi giorni c’è il caso di Antonio Preite, ex dirigente economico-finanziario dell’ente, licenziato dall’Amministrazione Comunale.

L’antefatto

Sotto la lente un ritardato pagamento dell’Iva all’Erario, all’attenzione della Corte dei Conti, per la quale la Giunta Petrangeli addossa la responsabilità al dirigente di allora. La notizia che rilancia la questione è che alla fine delle indagini la Corte dei Conti assolve l’ex dipendente.

«Finisce un incubo» ha detto Preite. «Ero stato chiamato in giudizio dalla Corte dei Conti che mi addebita un danno fatto al Comune di Rieti per €.145.949,03 (sanzioni pari ad €.72.609,81 e interessi per €.73.339,22). In sede di udienza faccio presente che causa le anticipazioni che il Comune di Rieti aveva fatto per Conto della Regione Lazio (circa dieci milioni di euro) e a causa dei crediti che lo Stato aveva nei confronti del Comune di Rieti non avevo la liquidità per ottemperare al pagamento dell’Iva. Pertanto ho preferito pagare stipendi dei dipendenti ed altri servizi essenziali e non a provvedere al pagamento dell’Iva».

Le precisazioni del Comune

«La questione del ritardo nel pagamento dell’Iva nulla ha a che vedere con il licenziamento del dott. Antonio Preite» precisa l’Amministrazione. «Tale provvedimento, infatti, si basa su deliberazioni della Corte dei Conti che attestavano gravi irregolarità contabili e su una serie di atti posti in essere dal dirigente che hanno portato alla integrazione della fattispecie della responsabilità dirigenziale ex art. 21 del decreto legislativo 165/2001. Il procedimento riguardante il pagamento dell’Iva, peraltro, è stato attivato direttamente dalla Corte dei Conti allorquando il Comune ha dovuto riconoscere il relativo debito fuori bilancio, perché l’Iva non solo non era stata pagata, ma neanche iscritta in bilancio».

La reazione dell’opposizione

Pronta la risposta del duo Cascioli-Sebastiani: «La Corte ha assunto tale decisione dopo aver analizzato tutta la documentazione fornita dall’ex Dirigente del Settore Finanziario ed aver valutato la situazione economica dell’Ente, anche alla luce della Deliberazione n. 42/2014/PRSP con la quale la Sezione Regionale di Controllo per il Lazio, ha approvato il piano di riequilibrio del Comune di Rieti, “conseguente alle numerose pronunce della stessa Sezione con le quali si rilevavano gravi irregolarità sui Conti del Comune di Rieti sin dal 2010 (v. del. 87/2012/PRSP inerente al rendiconto 2010)”».

«La Corte, peraltro, nella sentenza evidenzia, come “in realtà in quegli anni il Comune di Rieti si trovava in una situazione di grande deficit di liquidità. La grave situazione finanziaria si evidenzia nel rendiconto del 2011, approvato con Delibera Consiliare n. 2 il 4 febbraio 2013, nel quale viene riaccertato un disavanzo di amministrazione pari ad € 14.718.597,51, derivante dal riaccertamento dei residui, accanto a posizioni passive non registrate in bilancio per € 11.934.517,70. In tale situazione si operava necessariamente attraverso il costante utilizzo di anticipazioni di tesoreria ed il ricorso all’utilizzo per cassa di risorse vincolate”» spiegano i consiglieri.

«In relazione al mancato versamento dell’Iva – aggiungono Cascioli e Sebastiani – il dott. Preite fa, inoltre, riferimento ai crediti vantati all’epoca dal Comune di Rieti sia dalla Regione Lazio (per circa 10 milioni di euro) e sia dallo Stato centrale (per altri 10 milioni di euro), tanto da essere costretto ad operare scelte finalizzate al pagamento degli stipendi piuttosto che alla copertura di servizi pubblici essenziali».

«Lo stesso dott. Preite – insistono i consiglieri di minoranza – nella lettera inviata alla stampa, chiede di conoscere cosa abbia fatto il Comune di Rieti per non pagare quelle sanzioni e quegli interessi, attivando ad esempio una compensazione debiti/crediti fra pubbliche amministrazioni».

«Una eventuale inerzia è forse dovuta alla convinzione di poter scaricare sul Dirigente tutte le conseguenti responsabilità?» domandano Cascioli e Sebastiani, aggiungendo che «ancor più complessa risulta la posizione assunta nei confronti del dott. Preite con l’adozione di un provvedimento di licenziamento per responsabilità dirigenziale allorquando quella responsabilità risulterebbe imputabile proprio alle richiamate gravi irregolarità contabili rilevate e denunciate dalla Corte dei Conti. Al riguardo, non si comprende come possa il Comune pubblicare, a distanza di poco più di due ore dalla lettera del dott. Preite, un documento con il quale tenta di giustificare il licenziamento del Dirigente riferendo che “si basa su deliberazioni della Corte dei Conti che attestavano gravi irregolarità contabili e su una serie di atti posti in essere dal dirigente che hanno portato alla integrazione della fattispecie della responsabilità dirigenziale ex art. 21 del decreto legislativo 165/2001” e che nulla ha a che vedere con il ritardato pagamento dell’Iva».

«Ma se quelle gravi irregolarità contabili sono proprio richiamate nella premessa della sentenza di assoluzione adottata dalla Corte dei Conti, come può il Comune di Rieti pensare che il licenziamento adottato possa trovare in qualche modo giusto fondamento? Se la responsabilità delle gravi irregolarità contabili fosse veramente da imputare al dott. Preite, tanto più la Corte dei Conti lo avrebbe condannato al danno erariale cagionato proprio da quell’atteggiamento doloso!» sottolineano dalla minoranza.

«Abbiamo l’impressione che la macchina accusatoria messa in piedi dall’Amministrazione Petrangeli verso tutti coloro che considerano espressione della precedente Giunta, con la sapiente regia del Segretario Generale, inizi a vacillare» concludono Sonia Cascioli e Andrea Sebastiani, che «sin da oggi» chiedono «che tutti i danni che il Comune si vedrà costretto a risarcire per l’adozione di provvedimenti adottati in ragione di uno spoil system di natura politica, vengano addebitati ai suoi protagonisti e non vadano a gravare sulle tasche dei cittadini».