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Israele, Netanyahu e Gantz formano un governo di unità nazionale

Il premier del Likud e il leader di Blu e Bianco raggiungono l'intesa dopo ben tre elezioni anticipate. Il primo ministro uscente manterrà il suo posto fino all’estate del 2021, l'ex generale sarà premier nel periodo successivo

Un accordo sul quale si è lavorato quasi un mese, in piena emergenza coronavirus, quello raggiunto tra il Likud del premier uscente Benyamin Netanyahu e Blu e Bianco di Benny Gantz. O meglio, quello che resta della coalizione di centro, spaccatasi proprio in seguito all’intenzione del leader – espressa già alla fine di marzo – di formare un governo di unità nazionale con Likud. Termina così una crisi lunga oltre un anno che ha portato gli israeliani per ben tre volte al voto e che rischiava di condurli nuovamente alle urne in caso di un ulteriore fumata nera.

“Il rischio di quarte elezioni in poco più di un anno era reale, dunque anche l’emergenza coronavirus ha inciso su questa svolta politica”. Lo afferma Giuseppe Dentice, ricercatore dell’Ispi ed esperto di Medio Oriente, nell’intervista a Vatican News. “Sarebbe scorretto però – sottolinea – analizzare questa svolta solo da un punto di vista, perché ha inciso sì la pandemia, ma anche la ragione politica delle parti e le pressioni del presidente Reuven Rivlin”. La domanda è se questo accordo potrà reggere anche una volta finita l’emergenza coronavirus. “Il rischio che non regga c’è, inutile negarlo, ma – afferma Dentice – molto dipenderà dalla capacità di Gantz di arginare, in un certo senso, le mosse di Netanyahu”.

Oltre al ministero della Difesa per Gantz (che si dimetterà da presidente della Knesset) e a quello degli Esteri (ministro sarà Askhenazi), Blu e Bianco ottiene anche Economia e soprattutto Giustizia. “Il ministero della Giustizia è fondamentale per Gantz – sottolinea Dentice -, perché gli permetterà di non far finire nei meandri della politica il processo per corruzione che vede imputato proprio Netanyahu”. Va ricordato che, in campagna elettorale, Gantz più volte aveva attaccato il premier uscente, definendolo inadeguato a governare il Paese vista la situazione giudiziaria, salvo poi trovare un’intesa e confermare il leader del Likud alla guida del Paese. Almeno per i prossimi 18 mesi.

Oltre 13 mila casi e 173 vittime. Questi i numeri della pandemia di Covid-19 in Israele, dove sono oltre un centinaio le persone gravi ricoverate in rianimazione. Va detto che nell’ultima settimana nel Paese si sono registrate più guarigioni – quasi 4mila – che nuovi contagi. Un dato che ha portato Netanyahu ad optare per una graduale riapertura delle attività economiche, in linea con quanto sta avvenendo in numerosi altri Paesi, compresi alcuni europei.

Da Vatican News