Intensi festeggiamente ritiani ad Apoleggia

Grande fermento e partecipazione alla Santa Messa presso la piazza Belvedere di Apoleggia, domenica 28 maggio, nel giorno in cui la Santa Madre Chiesa ricorda l’Ascensione di Nostro Signore: i parrocchiani si sono riuniti davanti all’altare e davanti all’effige della santa degli impossibili.

Come di consueto, grandissima presenza anche nei giorni precedenti la festa religiosa in sé, soprattutto nel triduo di preparazione, durante il quale sono stati affrontati alcuni aspetti fondamentali della vita della Santa, rapportati al dettame evangelico, che Ella, in primis, seppe incarnare e promulgare. Durante il week-end, grande partecipazione anche al programma ricreativo nei tornei di scopa e di briscola, riportati in auge in questo anno, proprio dal Priorato ritiano di Apoleggia.

A causa delle lesioni alla chiesa, causate dal terremoto, la celebrazione, presieduta da don Nicolae Zamphirache, si è svolta all’aperto. Una situazione che durante la processione d’ingresso ha visto sfilare, oltre ai al presidente e ai suoi ministri, anche le componenti del Priorato femminile ritiano, insieme ai portatori e alla stessa effige, portata a spalla, accolta dall’applauso e dalla commozione che la stessa statua reca nel cuore delle anime di Apoleggia. Il tutto accompagnato da uno dei canti più belli, epicletico e solenne, Luce di Verità.

La celebrazione è, dunque, seguita come ordinariamente prevista. L’omelia del Presidente ha attraversato 4 punti: l’Ascensione di Nostro Signore Gesù Cristo, il quale è fisicamente scomparso dalla vista dell’uomo, sebbene portatore della promessa di lasciare il suo Spirito Santo, che i discepoli riceveranno nel giorno di Pentecoste; la presenza e l’azione dello Spirito Santo nell’Eucarestia; l’Eucarestia che rende comunità; ed, infine, la lettura della storia legata alle reliquie ed alla stessa statua, densa e costruita quasi interamente sulle rimemebranze delle donne che, nel lontano 1948, giunsero a piedi a Cascia.

Subito dopo l’offertorio – durante il quale sono stati benedetti graziosi rosari profumati alla rosa, custoditi in piccole caramelle vitree, e fazzoletti abilmente ricamati dalle Monache agostiniane di Cascia, per la benedizione delle macchina, tenutasi dopo la processione per le vie del Paese – don Nicolae ha benedetto anche un nuovo servizio d’altare, di puro lino ricamato con filigrana d’orata e con inserzione di filamenti colorati in trama ed ordito a formare un motivo quasi arabesco, donato dal Priorato, come consuetudine.

Grande entusiasmo ha, dunque, portato la statua della Santa per le vie del Paese, durante la quale sono stati lanciati, in modo suggestivo, dei petali di rosa, anch’essi benedetti durante l’offertorio, come tradizione, perché il popolo potesse usarli per metterli nelle culle degli infanti, a mo’ di benedizione e di protezione da parte di Colei che intercede presso Dio per i casi disperati ed impossibili.

La benedizione delle macchine ha visto una lunghissima fila ed ai guidatori è, stato, poi, donato un fazzoletto ricamato, come suddetto.

I festeggiamenti ritiani ad Apoleggia non sono terminati qui, ma continueranno il 9 giugno, dalle ore 20, con cena nel largo Felice Giansante e con una serata danzante.

Il Comitato ritiano festeggiamenti vuole cogliere l’occasione offerta da «Frontiera» per ringraziare innanzitutto don Nicolae, il quale, trovatosi ex abrupto nella condizione disagiata di Apoleggia, immerso in diverse attività tradizionali, ha saputo essere un mediatore tra la liturgia e la popolarità dei festeggiamenti, trovandosi sempre in prima persona, anche nel programma civile, come farebbe un buon pastore. I ringraziamenti, s’intende, non si fermano qui, ma proseguono alle persone che hanno reso possibile tutta la macchina di festa, i contribuenti economici, i ministranti per il servizio liturgico, il coro di giovani che è intervenuto animando le celebrazioni, la Banda musicale di Monteleone di Spoleto, le amministrazioni locali nella persona del sindaco Barbara Pelagotti e il Comitato festeggiamenti in onore di Santa Maria Immacolata di Piedicolle, presente alle celebrazioni solenni nel segno di una sola grande famiglia, quella, cioè, cristiana.