Intensa Settimana Santa nella parrocchia di Canetra

«Non abbiate paura. Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo, perché oggi noi gioiamo per Cristo che è veramente Risorto». È con questo augurio che don Ferruccio Bellegante, ispirandosi all’invito di San Giovanni Paolo II al momento della sua elezione al soglio pontificio, ha salutato la comunità di San Biagio a Castel Sant’Angelo nella celebrazione della Domenica di Pasqua, invitandola a non perdere la speranza, ma a gioire e brillare della luce del Risorto, che non tradisce mai.

Un’intensa settimana santa quella della piccola comunità di Castel Sant’Angelo, iniziata già sabato 8 Aprile con la Veglia delle Palme a Roma con il Santo Padre, a cui alcuni ragazzi della parrocchia hanno preso parte, seguita dalla tradizionale domenica delle Palme e poi via via i vari momenti forti, culminati nell’annuncio della gioia di Pasqua di domenica. Vari momenti è vero, ma tutti legati dall’unico invito, quello a mettersi in cammino, suscitato già da Papa Francesco ai giovani sull’esigenza di una Fede concreta, con i scarponcini ai piedi, sull’esempio proprio di Gesù che entra mite a Gerusalemme al grido di “Osanna, Osanna”, e con la stessa mitezza abbraccia la croce e si avvia sul Calvario, al grido di “Crucifige, Crucifige” . La nostra Fede è e deve essere, appunto, una fede in cammino, che non si può fermare a quella pietra rotolata davanti al sepolcro, e Gesù intrappolato dentro, e con lui le nostre speranza. In quel sepolcro c’è il nostro uomo vecchio, quello che spesso rotola una pietra davanti la sua tomba, agendo come se Gesù non esistesse più. Ma Egli, spezzando i vincoli della morte, risorge Vincitore ; tutto ricomincia da lì e tutto lì ha un senso: le nostre sofferenze, i nostri dubbi, le nostre paure.

È stato questo il punto su cui riflettere in questa settimana santa appena trascorsa, come durante la Via Crucis del venerdì santo animata da tutte le realtà della parrocchia, chiamate a meditare, ognuna, una stazione per comprendere ancora di più la necessità di una Parola che torna ogni volta a chiamarci per nome, o ancora la Santa Messa della domenica di Pasqua celebrata nella tensostruttura, colma fino all’inverosimile. Momenti diversi, ma fortemente sentiti nella loro “nobile semplicità”, che sono un po’ le impronte di una comunità parrocchiale che non si è paralizzata, ne intende farlo, ma anzi è in cammino. E’ in quest’ottica che forse quest’anno la Pasqua ha rappresentato un’occasione per meditare su quello che è stato, sulla necessità di passare per la croce, per raggiungere la salvezza, un invito a credere concretamente, e quindi, come ricorda il Vescovo Domenico, “a vivere alla luce del Risorto”, che non significa non cadere, non sbagliare, ma agire concretamente nella vita quotidiana, nonostante le cadute e gli sbagli, nella consapevolezza che se si è sulla strada giusta non si è mai soli.

È in quest’ottica che forse quest’anno la Pasqua può essere veramente la rinascita di questa comunità, come di tante altre, il fiore che sboccia nel deserto.