Inaugurato a Contigliano il Centro Pastorale San Michele Arcangelo

È stato inaugurato lo scorso sabato il Centro pastorale “San Michele Arcangelo”, a Contigliano, e a tagliare il nastro, affiancato dal vescovo Domenico, dal parroco mons Ercole La Pietra e dal sindaco Angelo Toni, è stato il vescovo emerito Delio Lucarelli, che quasi dodici anni fa raccolse la sfida di dotare la comunità di un luogo di aggregazione per la formazione umana e cristiana.

Un lungo percorso, in cui non sono mancati difficoltà e ostacoli, sfiorato nel suo breve discorso di accoglienza dalla signora Simonetta Di Pietro, che ha parlato a nome della comunità parrocchiale, e subito ripreso in chiave amministrativa dal Primo cittadino, che poco prima di attraversare la soglia ha confessato l’orgoglio di avere la struttura nel proprio comune.

L’ingresso dei convenuti è avvenuto attraverso il bel giardino interno, dal quale prendono luce le aule per il catechismo e le altre attività, disposte su due ali. Un corridoio centrale conduce nel grande salone già sperimentato con i due incontri pastorali diocesani dello scorso settembre e dello scorso anno. Ad accogliere il corteo il canto del coro diocesano, rafforzato da una piccola compagine strumentale di archi e fiati, affidata a giovani e talentuosi musicisti.

Nel salone gremito di popolo, il vescovo Domenico ha presieduto il rito di benedizione del centro, lasciando a mons Lucarelli, coadiuvato da padre Ezio Casella, direttore dell’Ufficio Liturgico diocesano, il gesto dell’aspersione.

Concluso il momento liturgico, i temi della storia e delle prospettive del Centro pastorale sono tornati negli interventi di approfondimento svolti da mons Ercole e dall’architetto Paolo Lancia, progettista del centro, conclusi dal discorso di mons Pompili, che ha preso inizio dalla posizione “geografica” dell’edificio, collocato tra una casa di riposo e il campo sportivo.

«Questa collocazione – ha spiegato il vescovo – nasce da circostanze contingenti, ma suggerisce una stessa intenzione e cioè la cura delle generazioni. Così come negli anni ’60 alcune signorine consacrate pensarono di edificare uno spazio per accogliere le persone anziane e, più di recente, l’amministrazione comunale decise di realizzare un centro sportivo per i ragazzi; analogamente dal 2006 – sotto l’impulso del vescovo Delio e del parroco mons. Ercole – si ebbe l’idea di costruire un Centro pastorale».

Un’impresa non facile e che senza una decisa volontà rischiava di lasciare sul territorio l’ennesima opera “incompiuta”. Un pericolo superato grazie all’«intervento rilevante della CEI tramite l’8 per 1000 per circa il 40 % del totale; quello della diocesi che ha contribuito per oltre il 50%; quello rimanente della parrocchia. Se si tiene presente che l’importo complessivo supera i due milioni di euro – ha sottolineato Pompili – ci si rende conto di chi e di quanto dobbiamo ringraziare».

Superate le difficoltà di ieri, il vescovo ha quindi indicato il compito di oggi: «custodirne l’idea-madre che è quella di farne un centro educativo» contrastando «motivazioni spurie che fanno perdere di vista l’obiettivo».

In questo senso, don Domenico ha indicato alcune linee guida, senza le quali il luogo appena avviato ufficialmente smarrirebbe la sua vocazione. La prima è che questo centro s. Michele Arcangelo sia uno spazio di incontri e di formazione per l’intero territorio della chiesa reatina. «Questa casa è a pieno titolo la casa della diocesi, in particolare per la formazione dei laici» e il suo salone è il luogo ideale per «curare le diverse dimensioni della vita ecclesiale: l’evangelizzazione e la catechesi, la liturgia e la carità».

«Senza questa valorizzazione in chiave diocesana – ha ribadito mons Pompili – lo spazio sarebbe sovradimensionato rispetto alle necessità di una singola parrocchia. Per questo è pure inevitabile che sia la diocesi stessa a farsi carico delle spese di ordinaria e straordinaria amministrazione dello stabile». Ma tutto questo ha un senso se il Centro pastorale diventa una possibilità offerta a tutti gli uffici pastorali di svolgere il proprio impegno. Il che non toglie che il centro sia l’abituale contesto in cui la parrocchia di Contigliano possa ritrovarsi: «per il catechismo, ma anche per le diverse attività pastorali, potendo usufruire di questo spazio così elegante ed accogliente: non solo le aule, ma anche la cappella, valorizzando tutte quelle attività che rendono possibile la vita comunitaria». Un terzo punto indicato dal vescovo «è che questo centro divenga uno spazio utile anche per incrementare le attività della Caritas diocesana e per sviluppare alcuni servizi relativi ai beni culturali, specie dopo l’evento del terremoto».

Tenendo fede a questa impostazione, il Centro Pastorale sarà quel che deve essere: «non uno spazio anonimo, occasionalmente utilizzato per qualche attività, ma la casa della comunità diocesana e parrocchiale. Credo che in questo modo il Centro pastorale avrà futuro e potrà diventare nel tempo un riferimento per tanti».