In risposta al terribile “Blue whale” nascono in rete molte iniziative

In risposta a "Blue whale", il gioco che spinge gli adolescenti al suicidio, è possibile usare la forza dei social per promuovere messaggi positivi e di incoraggiamento. Ecco alcune idee

La scorsa settimana avevamo parlato del drammatico fenomeno del “Blue Whale”, il “gioco” social che spinge al suicidio, sottolineando quanto la rete possa esasperare un disagio fino a portare ad atti drammatici. Ebbene, la rete può anche creare fenomeni opposti, che tentano di usare la forza dei social per promuovere messaggi positivi e per contrapporsi a quelli negativi.

Proprio per questo, tante sono le iniziative nate contro il “gioco della morte”. Tra queste, c’è, ad esempio, quella di Gio Evan, cantautore e scrittore nato nel 1988, il quale ha inventato il gioco chiamato “Balena Felice” elencando una serie di regole con lo scopo di regalare gioia di vivere. In poche ore questo gioco, dalla durata di 21 giorni, ha ottenuto migliaia di like e di condivisioni. Tra le regole, ad esempio, c’è quella di chiamare e ringraziare la propria madre, guardare un tramonto, sorridere ad almeno 7 sconosciuti, fare una passeggiata senza telefono e così via. Gio Evan si raccomanda di condividere queste regole al fine di sensibilizzare la società e di “smuovere energia in maniera positiva”.

Un’altra iniziativa è quella del “#Pink Whale”, un gioco nato in Brasile lo scorso aprile, che mira alla felicità di coloro che decidono di seguire le regole. Infatti, queste sono articolate sempre in 50 giorni, ma hanno lo scopo di spingere le persone ad amare il prossimo, a regalare sorrisi e ad avere più autostima.

È nata, poi, anche una chat per fornire supporto a ragazzi e famiglie e tutelarli dal Blue Whale. L’hastag #fermiamolabalena diventa un’estensione di #adessoparloio, creato per rispondere al bisogno dei ragazzi vittime di bullismo, e vuole offrire un aiuto concreto e qualificato a giovani e famiglie. E’ un’iniziativa che nasce dalla collaborazione tra Casa Pediatrica ASST Fatebenefratelli-Sacco di Milano, l’Osservatorio Nazionale Adolescenza e Pepita Onlus focalizzando l’attenzione su una corretta informazione. L’obiettivo è rimettere ordine: riportare al centro il valore educativo del dialogo e accogliere le paure dei ragazzi, ma anche rassicurare gli adulti affinché riacquistino il loro ruolo guida senza demonizzare la Rete. I promotori di questa iniziativa sono convinti che i network siano uno specchio della fragilità e che sono tanti i rischi nella rete per le nuove generazioni. Riportano però l’attenzione sugli adulti e sulle loro responsabilità in tal senso: “tocca a loro dover mostrare la bellezza della vita, che prescinde dalle belle e dalle brutte giornate. La vacuità, l’oblio e il silenzio che attanaglia molti, moltissimi giovani, in età sempre più precoce, risultano oggi tanto più incisivi quanto effimero appare lo strumento dal quale si diffondono. Il web di virtuale non ha nulla, soprattutto per i soggetti più sensibili. Perché la rete esaspera i sentimenti e, quindi, le fragilità. Ecco perché i social network devono essere richiamati alla loro corresponsabilità. La viralità delle informazioni deve fare un passo indietro di fronte al pericolo di emulazione”.