In più di 200 per “Stare Meglio con le voci e lavorare per la Recovery”

Più di 200 persone provenienti da tutta la regione tra operatori sanitari, assistenti sociali, volontari, utenti e familiari hanno partecipato alla giornata formativa di ieri “Stare Meglio con le voci e lavorare per la Recovery” organizzata dall’associazione AMA Raggio di Sole e dall’assessorato alle politiche sociali della Provincia di Rieti per portare anche a Rieti il dibattito sul tema della salute mentale.

L’incontro di ieri è stato incentrato sulla portata devastante dell’esperienza dell’udire le voci, sia per gli utenti che per le loro famiglie, in considerazione del vissuto di emarginazione, isolamento e dolore che una tale esperienza suscita. Sentire le voci è infatti culturalmente sinonimo di “pazzia”, di una malattia da tenere nascosta per paura di essere giudicati e non capiti. Si viene così a configurare una struttura relazionale incentrata sul segreto e sulla negazione sia del fenomeno, sia dell’eventuale trauma all’origine dello stesso.

Su questi temi si è basato il confronto con i relatori intervenuti che, chi per esperienza diretta, chi per professione, quotidianamente si confrontano con “le voci”.

È’ il caso di Ron Coleman, special guest arrivato dalla Scozia per l’occasione, che ha passato 13 anni dentro e fuori il sistema psichiatrico inglese con la diagnosi di gravi problemi psicotici. Dalla sua esperienza personale ha sviluppato un approccio alla malattia mentale finalizzato a riprendere il controllo della propria vita ed alla guarigione. Coordinatore nazionale della rete anglosassone degli uditori di voci, da tempo promuove lo sviluppo di esperienze di auto mutuo aiuto e la collaborazione tra operatori e utenti per costruire insieme percorsi di salute mentale e di recovery.

Il messaggio che si è voluto mandare è che troppo spesso accade che gli obiettivi dei servizi che intervengono nelle vite delle persone che hanno gravi problemi di salute mentale siano limitati al “mantenimento” principalmente attraverso la somministrazione di terapie. C’è pochissimo tempo per aiutare la persona a stare meglio, a guarire dalla propria infermità e a vivere una vita autonoma e soddisfacente.

“Lavorare per la Recovery” ovvero “lavorare per guarire” ribadisce con forza alcuni dei principi di base della cultura dell’Auto mutuo aiuto e cioè che ogni persona non è solo portatrice di problemi ma anche di risorse, che si può dare valore e significato alla soggettività di ciascuno e quindi che anche il disagio psichico e la malattia mentale possono trovare posto e dignità nel quotidiano di tutti noi e che è possibile costruire una comunità in cui ciascuno sia un poco responsabile per tutti.