Imu, Sel Fara Sabina: questione politica, non tecnica

Che la cd “mini IMU” sia un’imposta a fronte di una norma statale e che i comuni non possono alterarne gli effetti, né modificarne i parametri di calcolo né tantomeno le aliquote è vero e, dal punto di vista squisitamente tecnico l’intervento di Fratini non fa una grinza. Così come all’obiezione che l’addizionale è dovuta perché il comune già aveva alzato l’aliquota base fissata dallo Stato centrale, si risponderà che quasi tutti i comuni l’hanno fatto per sopperire ai tagli del governo.

La questione però non è di natura tecnica, bensì politica.

Dietro il paravento della tenuta in vita dei servizi e del fatto che, a fronte di una crisi economica drammatica come quella attuale vi è un dover confrontarsi con l’aumento esponenziale di richieste di tipo sociale, spesso si nasconde una incapacità (o una cattiva volontà; non si sa quale delle 2 è peggio) di razionalizzare le politiche di entrate e spese e si preferisce la scorciatoia di utilizzare i cittadini come bancomat; in questo l’amministrazione Basilicata eccelle!

Troppe sono le spese inutili o quantomeno esagerate, proprio in un contesto di spending review, come quello attuale, che imporrebbe un’etica della sobrietà. L’elenco sarebbe lunghissimo; a titolo meramente esemplificativo ne citiamo alcune:

la segretaria personale del Sindaco che costa al contribuente oltre 15.000 euro l’anno;

Castrum Pharae edizione 2013 è costata oltre 20.000 euro;

il servizio di trasporto pubblico locale che così com’è gestito è inutile, sovrapponendosi in molte corse al COTRAL, tant’è che i pulman iniziano a venir chiamati “gira soli”. Sono oramai mesi che il comune paga con fondi propri la società che gestisce il servizio.

L’abbattimento di tutte queste spese porterebbe alla dimunuzione dell’imposizione fiscale comunale o all’innalzamento della spesa sociale.

Ci auguriamo che il bilancio 2014 segni un’inversione di tendenza e l’amministrazione Basilicata provveda alla diminuzione delle tariffe e delle tasse, in particolare dell’addizionale IRPEF, l’imposta più iniqua che esiste, in quanto colpisce maggiormente lavoratori dipendenti e pensionati.