Il vescovo: «superare litigiosità e polemica per mettere a sistema il contributo di tutti»

«Anche se quando si fa del bene occorre stare bene attenti. C’è sempre qualcuno che si irrita e te la fa pagare». È sembrato rivolgersi ad un certo cattivo carattere del nostro territorio mons. Pompili nell’omelia della Messa domenicale celebrata nel pomeriggio del 20 settembre a Cantalice, in occasione dell’inaugurazione della chiesa di San Gregorio, restituita ai fedeli dopo alcuni lavori.

A dare lo spunto il brano del libro della Sapienza compreso nelle letture (Sap 2, 12-20): “Tendiamo insidie al giusto, che per noi è d’incomodo… mettiamolo alla prova con violenza e tormenti, per conoscere la sua mitezza e saggiare il suo spirito di sopportazione…”.

«Quanto è difficile essere se stessi nell’ambiente di lavoro» ricorda ad esempio il vescovo. «Se fai il tuo dovere sta’ tranquillo che qualcuno si irriterà e ti prenderà di petto. Ma, esattamente come il Maestro, non bisogna retrocedere e andare avanti con consapevole coraggio».

«Alla fine – ha sintetizzato mons. Pompili – si tratta di capire se a prevalere è la paura di morire o la voglia di vivere. Riusciremo a non farci intrappolare dalla paura della fine e a liberare le nostre energie migliori? Fin quando la litigiosità e la polemica hanno il sopravvento non si riesce mai a mettere a sistema il contributo di tutti. Se invece si allenta la pretesa di imporsi e si riacquista la serenità del cuore si troveranno mille vie per crescere insieme».

«Vincere la paura sotterranea che si nasconde tra le pieghe dei nostri comportamenti ci restituisce alla pace e alla serenità. Il coraggio di credere – ha concluso il vescovo – è la sola strada per superarsi. Come nella frase attribuita a Goethe e a Marthin Luther King: “Un giorno la paura bussò alla porta, il coraggio andò ad aprire ma non trovò nessuno”».

Foto di Massimo Renzi.