Il vescovo: l’educazione richiede la differenza di timbro della voce femminile e maschile

È stato un bel momento di festa quello vissuto dalla comunità di Longone nella serata di domenica 27 settembre. La processione nel paese per la festa dei santi patroni Cosma e Damiano – preceduta il sabato dai caratteristici “foconi” – ha visto anche la presenza del vescovo Domenico Pompili, al quale sono stati presentati sei cresimandi e un bambino che si accosterà per la prima volta all’Eucaristia.

«Sono molto contento di questo momento di presentazione di sei adolescenti, e di un bambino che cresce, davanti a tutta la comunità, perché è il segno di una famiglia che pensa al futuro» ha detto il vescovo salutando i tanti che l’hanno accolto nella chiesa del paese. «La vita consiste nel trasmettere sempre qualcosa a qualcuno. Se smarriamo questa percezione noi ci disorientiamo. Molta della stanchezza, della fatica che come adulti sperimentiamo – ha aggiunto don Domenico – nasce proprio dall’aver perso di vista questo riferimento».

Tracciando un veloce profilo dei santi Cosma e Damino, mons. Pompili ha ricordato che i gemelli, secondo la tradizione, da bambini rimasero orfani di padre: «un particolare che ci fa pensare alla condizione di oggi, nella quale spesso proprio i papà sono i grandi assenti, per tante ragioni».

«Ma stasera in questa chiesa ho avuto come un sussulto perché ho percepito che a cantare alle mie spalle ci sono in prevalenza voci maschili. Questa è una vera eccezione perché ai maschi normalmente bisogna tirargliela fuori la voce. Mi pare che sia di buon auspicio perché nell’educazione abbiamo bisogno della voce femminile ma anche di quella maschile. È soltanto quando c’è questa differenza di timbro – ha aggiunto il vescovo – che il ragazzo o la ragazza tirano fuori il meglio di se stessi. E quanto visto stasera mi pare un augurio, un andare nella direzione giusta».