RiData

Il vescovo Domenico: «RiData vuole essere un Osservatorio per il bene comune»

Monsignor Pompili introduce l'incontro con Nando Pagnoncelli, il primo degli incontri di cittaddinanza che si svolgeranno nell'ambito del progetto RiData, il laboratorio utile alla raccolta e all’elaborazione dei dati sulla realtà locale voluto dalla Chiesa di Rieti

Il vescovo Domenico introduce all’Auditorium Varrone l’incontro con Nando Pagnoncelli, il primo degli incontri di cittadinanza che si svolgeranno nell’ambito del progetto RiData, il laboratorio utile alla raccolta e all’elaborazione dei dati sulla realtà locale voluto dalla Chiesa di Rieti per avere un quadro generale e corrispondente alla situazione veritiera del nostro territorio.

«Nel recente Rapporto “Comunitari e Cosmopoliti: le nuove fratture”, Nando Pagnoncelli osserva che siamo dentro una tensione costante tra un rimpianto e un obbligo. Rimpianto per un passato rassicurante e mitizzato, ma non replicabile, e un futuro che siamo obbligati a percorrere, ma pieno di insidie cui non siamo sicuri di saper rispondere.

Il rimpianto è quello dei mitici anni ’70 quando sembrava che la città raddoppiasse da un momento all’altro. L’obbligo è presto detto: non farsi irretire dal rimpianto e osservare con maggiore attenzione la realtà per quella che è. Come è possibile? Attraverso un osservatorio che nella forma di un vero e proprio laboratorio raccolga dati e fornisca una piattaforma condivisa. Del resto, se non si incardina l’analisi sui dati si rischia di essere sedotti da luoghi comuni e pregiudizi, accodandosi ad argomenti emotivi che fanno perdere di vista il quadro generale. Il metodo, dunque, è partire dai dati per decidere come e dove intervenire».

Monsignor Pompili spiega gli obiettivi dell’inziativa, i suoi destinatari, spalmati ad ampio raggio e in maniera trasversale su tutta la popolazione: «A chi intendiamo rivolgerci per realizzare il laboratorio? A tutti, senza distinzione di età e di orientamento politico. Ad oggi si sono resi disponibili Nome officina politica e Next Rieti, che già nel recente passato avevano dato prova di cimentarsi in questa ricerca. Anche ai sindacati abbiamo chiesto di mettere a disposizione loro dati. Quel che sarà decisivo però saranno tutti coloro che si iscriveranno tramite una semplice mail a questo laboratorio».

«Il fine di questo progetto è restituire del territorio una istantanea in tre D, attraverso incontri di cittadinanza tra maggio e novembre, dove mettere in evidenza le sfide da raccogliere: economia, salute, cultura, educazione».

Il vescovo Domenico offre anche una risposta a chi si domanda perchè sia proprio la Chiesa a proporre una simile iniziativa, per capire come siamo messi.

«Lo dice in un passaggio la Gaudium et Spes: ”Benché si debba accuratamente distinguere il progresso terreno dallo sviluppo del regno di Cristo, tuttavia, tale progresso, nella misura in cui può contribuire a meglio ordinare l’umana società, è di grande importanza per il regno di Dio” (n. 39).

Non c’è estraneità tra la fede e la società, ma distinzione senza alcuna distanza perché di mezzo c’è la stessa realtà umana. I dati servono per descrivere come siamo messi, ma poi ci vuole chi a partire da questi non si rassegna alla situazione, allo statu quo e cerca di abbandonare pigrizia ed ignavia, sostituendovi laboriosità e competenza. Che qui non mancano, ma vanno messi a sistema. Come diceva il professor De Rita: “tanti fili d’erba non fanno un prato”. L’Osservatorio vorrebbe provare a farlo. Grazie anticipatamente a tutti quelli che si impegneranno, dimostrando che l’appartenenza non è solo un’emozione passeggera, ma l’impegno fermo e perseverante a ricercare il bene comune».

La mail di riferimento per partecipare al progetto RiData è: ridata@chiesadirieti.it