Scout

Il vescovo Domenico agli Scout: «Scandalo della fede e la capacità di sognare per dare un futuro all’Europa»

Davanti a quasi 2.000 Scout, giunti a Belmonte per l'Euromoot, mons Pompili ha invitato i giovani a essere il motore di un rinnovamento che parte dalla fede

Quasi 2.000 giovani Scout cattolici hanno partecipato alla messa presieduta dal vescovo Domenico a Belmonte. Il “Pian della Moletta” è stato infatti scelto come punto di convergenza della direttice “San Francesco” dell’Euromoot, l’evento internazionale che ogni 10 anni vede Rover e Scolte di tutta Europa incontrarsi per vivere insieme un evento fraternità nella diversità.

Ed è stato bello vedere ragazzi e ragazze dei diversi paesi ritrovarsi, non solo nel comune vocabolario dello scoutismo, ma anche uniti nella fede. Nella radura sulla Salaria, ai piedi di Belmonte, oltre alle tende e alle attrezzature da campo, è stato infatti allestito un adeguato spazio per la liturgia, e nemmeno l’insistere della pioggia ha disperso l’assemblea che si è riunita per la messa. Avvolti nei mantelli o sotto l’ombrello i giovani hanno cantato e ascoltato la Parola in tutte le lingue. A leggere il Vangelo in italiano è stato don Emmanuele Dell’Uomo D’Arme, assistente diocesano degli Scout, che ha concelebrato insieme al parroco di Belmonte, don Franco Angelucci e agli altri sacerdoti provenienti dai vari paesi d’Europa.

Giovani che sanno scandalizzare

Immerso nella vallata, il vescovo Domenico ha parlato del destino dei giovani e dell’invidia che la giovinezza suscita in chi giovane non lo è più. Un sentimento che spesso si trasforma in pregiudizio, se non proprio in un giudizio. Ma non è questo il rischio peggiore cui vanno incontro le nuove generazioni. «Il peggio – ha sottolineato mons Pompili – è quanto i giovani perdono la voglia di scandalizzare, si adagiano sul sofà e si rassegnano a vivere come “hikikomori”: i giovani giapponesi che se ne stanno chiusi davanti al proprio laptop notte e giorno, per evitare contatti pericolosi». Nulla che accada con gli Scout: «per fortuna – ha aggiunto don Domenico – voi siete “scandalosi” perché camminate in mezzo alle strade, stabilite contatti diretti, amate la natura, servite gli altri e non disdegnate le vostre connessioni digitali, “campo” permettendo».

Un compito per l’Europa

Mons Pompili ha poi approfittato della presenza di scout da tutto il continente per riflettere sui destini dell’Europa: «Oggi questa patria sembra dimenticata dai suoi stessi 500 milioni di abitanti, mentre si fanno strada le vecchie logiche degli Stati nazionali che hanno insanguinato per secoli la storia europea». Il compito affidato dal vescovo ai ragazzi è allora quello di sapersi opporre «a questo riflusso, che non è casuale e che è stato troppo frettolosamente derubricato a populismo, mentre è l’effetto di un rifiuto: il rifiuto dell’anima profonda dell’Europa». Secondo il vescovo, infatti, se oggi l’Europa vive un calo di credibilità è «perché ha smarrito la sua origine e ha pensato di costruire la sua “unità nella diversità” solo su parametri di tipo economico e quantitativo. Ma ciò divide e contrappone».

La forza della fede e la capacità di sognare

Un rimedio sicuro e una fonte di forza per questa impresa non può che venire dalla fede. Essa, infatti, sottrae alla logica vecchia e mortifera di chi non sa aprirsi al futuro. Occorre superare l’incredulità, ha sottolineato il vescovo, per smettere di «essere creduloni e diventare credenti,  cioè ritrovare uno sguardo libero da pregiudizi». E un modello lo offre san Francesco: un giovane «vissuto in questa Valle santa», ma che «ha cambiato la storia dell’Italia» perché, ha concluso mons Pompili attraverso le parole di papa Bergoglio, era uno che «non conosceva le frontiere, e sognando ha finito la vita. Era un giovane come voi, ma come sognava! Dicevano che era pazzo perché sognava così, e tanto bene ha fatto perché sognava continuamente».