Il “traduttore” per cani

Invenzione svedese: cuffia cerebrale per individuare i pensieri di “fido”

Fido, il miglior amico dell’uomo. E tra amici, si sa, ci si intende bene… in genere… Ma quando permane qualche difficoltà di comprensione – e tra cane e uomo talvolta può succedere – ecco venire in aiuto la tecnologia più avanzata e fantasiosa. Un dispositivo che fa da “traduttore” per cani (o meglio, per uomini che non capiscono i cani), è questo il progetto chiamato “No More Woof” (“niente più abbai”), che la Nordic Society for Invention and Discovery (Nsid), società di invenzioni svedese, ha avviato sperimentalmente da qualche mese. Come funziona la stravagante invenzione? Si tratta di una speciale cuffia, da far indossare al cane (non al proprietario), a cui sono collegati degli appositi elettrodi in grado di leggere l’attività cerebrale dell’animale, in modo molto simile ad un elettroencefalogramma. Il tracciato cerebrale registrato viene quindi tradotto all’istante in un set (ancora molto limitato) di linguaggio sonoro, solo in inglese per il momento.

Gli inventori finora hanno testato il dispositivo su circa 20 cani, riuscendo ad individuare la corrispondenza encefalografica di soli tre ‘pensieri’ di Fido: “Ho fame”, “Sono stanco” e “Chi sei?”. Il tutto – rassicurano gli inventori – senza alcuno stress per gli animali. Si è così creato un mini-set di emozioni standardizzate che potrebbero rimandare a precisi messaggi elaborati dai nostri amici a quattro zampe. Ma sicuramente il bacino di comunicazioni codificate aumenterà con il tempo: al crescere dell’adozione del casco elettronico, si amplierà anche il database delle informazioni raccolte. È bene chiarire che la speciale cuffia è assolutamente indolore per il cane e, a quanto pare, comoda come un collare. Intendiamoci, ci vorranno ancora diversi anni prima che questi dispositivi, ad oggi testati in modo sperimentale, possano essere prodotti e diffusi su ampia scala. Come ha affermato Maria De La Croix, project manager della Nsid, il progetto è ancora un “work in progress”. Così, per finanziarne l’avanzamento, un mese fa la società svedese l’ha presentato (con relativo video trailer) sul noto sito di “crowd-funding” Indiegogo, ottenendo molti consensi… e fondi. Pare infatti che, a fronte di un obiettivo prefissato di 10.000 dollari, le donazioni abbiano superato i 17.000! Gli investitori che hanno donato 65 o più dollari, hanno acquisito il diritto di sperimentare uno dei primi prototipi prodotti, il cui rilascio sarebbe previsto per il prossimo mese di aprile.

Che dire, almeno potenzialmente, quest’invenzione promette di rivoluzionare il rapporto tra proprietari e cani. Ma non mancano coloro che esprimono seri dubbi sulla portata del progetto. Il magazine ‘Popular Science’, ad esempio, ha messo in evidenza come in assenza di una sperimentazione scientifica standardizzata sia arduo sostenere con esattezza la reale corrispondenza tra una determinata attività cerebrale canina e il significato ipotizzato dai ricercatori. Altri, invece, hanno espresso perplessità sui materiali utilizzati, a quanto pare di bassa portata rispetto agli standard industriali. Insomma, verrebbe da dire: “No More Woof: utile invenzione o clamorosa ‘bufala’?”. Lo sapremo soltanto nei prossimi mesi, quando maggiori dati sul sistema saranno disponibili e certificati.