Il talent di Sky fa il botto

“Italia’s got Talent” ha rilanciato il format sul versante dello spettacolo

Debutto positivo per “Italia’s got Talent” 2015, che giovedì 12 su Sky Uno ha ottenuto 1.112.000 spettatori con 1.839.000 contatti e il 60% di permanenza. Lo share registrato è stato del 2.94% con picchi del 3,46% (1.003.000 spettatori in valori assoluti alle 22). In rapporto al numero di abbonati Sky, il dato di share dell’esordio del programma prodotto da FremantleMedia è pari al 14.48%, con un picco del 16.91%.

Con questo risultato il canale 108 si piazza al terzo posto sugli abbonati, dietro Rete 4 (che trasmetteva una partita di Europa League) e Rai1 (su cui andava in onda “Un passo dal cielo”). Rispetto all’esordio della precedente stagione su Canale 5 (+18% pari a 172.000 spettatori di media), il programma ha conquistato il 43% in più degli abbonati Sky (335.000 spettatori). È il debutto più alto nella storia dell’emittente.

Al di là dei numeri – che confermano la sempre più serrata concorrenza fra le emittenti di nuova generazione e le tv generaliste tradizionali – il dato fondamentale è che questo format non soltanto continua a piacere, ma riesce anche a rinnovarsi in maniera sempre più “appetibile” per gli spettatori. A partire dalla composizione della giuria, vero elemento di attrazione fondamentale per il pubblico televisivo.

Nell’edizione 2015 a sedere dietro il bancone dei giurati sono Claudio Bisio, Luciana Littizzetto, Nina Zilli e Frank Matano: una cantante e tre attori comici di stampo cabarettistico. La conduzione di Vanessa Incontrada fa il resto, insieme alle esibizioni degli aspiranti talentuosi, seguite dagli spettatori con una curiosità che può diventare ammirazione o cinismo a seconda della bravura dei concorrenti.

Dal punto di vista televisivo, Sky dimostra di avere qualcosa da insegnare alle emittenti generaliste, a partire dalla capacità di mettere in campo un montaggio calzante ed efficace. Anche la scelta dei “talenti” ha criteri diversi rispetto a quelli adottati quando il programma andava in onda su Canale 5. Si è ridotto lo spazio per le esibizioni troppo impacciate che avevano l’unico scopo di suscitare l’ilarità del pubblico e la cattiveria dei giudici. E questo è un dato positivo.

La durata contenuta ha la sua efficacia: 90 minuti in tutto, più cinque di pubblicità, invece che la serata-fiume tipica di altre produzioni. Anche rispetto a questo elemento, la tendenza della tv generalista a dilatare i tempi a beneficio delle inserzioni pubblicitarie subisce un contraccolpo. La sintassi narrativa ha la sua importanza, alternando la storia commovente all’incoscienza di chi ci prova comunque, anche a rischio di pessime figure. Per fortuna non manca chi, in effetti, il talento lo dimostra davvero…

Come tutte le trasmissioni che danno una possibilità di successo ai dilettanti aspiranti artisti, anche questa trova la sua forza di impatto nella curiosità del pubblico verso le persone comuni in cerca di gloria. Niente di originale nel format – derivato della produzione inglese “Britain’s got Talent” – ma sembra azzeccato il tentativo di personalizzarlo all’italiana, secondo la tendenza nazionalpopolare che ha fatto la fortuna della nostra tv e che Sky dimostra di aver imparato bene.