Terremoto 2016

Il Presidente della Repubblica inaugura la nuova scuola di Amatrice: «Auguri ragazzi, questa bella giornata è tutta vostra!»

«Sono qui per voi ragazzi, e per sollecitare una ricostruzione concreta e veloce che abbracci tutti i campi, dalle abitazioni private alle aziende», ha detto il Presidente della Repubblica arrivato ad Amatrice questa mattina per inaugurare il nuovo complesso scolastico

Ha sottolineato più volte i veri protagonisti della giornata, gli studenti, il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, giunto verso le dieci del mattino di giovedì 18 luglio ad Amatrice per l’inaugurazione del nuovo complesso scolastico di San Cipriano realizzato grazie al contributo dalla Fondazione Ferrari.

Accolto dalle autorità religiose, civili e militari e dalla popolazione il Presidente Mattarella si è rivolto più volte al gruppo di giovani giunti per accoglierlo, e per “prendere possesso” della loro nuova scuola.

«Questa cerimonia può essere vista in tanti modi – ha detto il Presidente – ma di fatto le scuole vengono inaugurate dagli studenti, e solo quando rientrano nell’edificio e iniziano a frequentarlo, a viverlo insieme ai loro insegnanti, alle loro famiglie e alla loro gente: è quello il momento che consacra e inserisce di fatto la scuola nel tessuto sociale del territorio».

Il Capo della Repubblica Italiana definisce il nuovo complesso «bello, accogliente e funzionale», «un grande traguardo» frutto di molti sforzi e dell’intervento congiunto di tante realtà, obiettivo che dimostra come «grazie al concorso di energie, le cose possano essere compiute e realizzate concretamente».

Non manca il sentito ringraziamento alla Fondazione Ferrari, rappresentata dal presidente John Elkann anch’esso presente alla cerimonia, ma non manca anche il ricordo di Sergio Marchionne, che per primo volle contrubuire alla realizzazione del progetto, «al quale rivolgo un pensiero di riconoscenza, la cui figura va ricordata nele nostro Paese sempre, con gratitudine e ammirazione».

«Sono qui con voi per due ragioni», spiega Sergio Mattarella. «La prima è il desiderio di ringraziare il mondo della scuola di Amatrice, perchè anche nei giorni immediatamente successivi al terremoto la continuità del servizio scolastico non si è mai interrotta, tanto che nello stesso settembre 2016 le lezioni furono subito riprese: per questo voglio indirizzare un plauso a insegnanti e dirigenti di allora per il loro grande e generoso impegno».

Il Presidente illustra il secondo motivo della sua visita, un motivo a più ampio raggio, esteso a tutte le zone del Centro Italia colpite dai terremoti, nel Lazio, in Abruzzo, nelle Marche e in Umbria. Un motivo che riguarda inevitabilmente la necessità di ricostruire: «Il sogno e la realtà concreta della ricostruzione non devono certamente esaurirsi con la scuola, ma devono proseguire su tutti i versanti: l’ospedale, le abitazioni private, i beni culturali e di culto, le attività produttive».

«Settori tutti egualmante indispensabili – ha detto il Presidente – per restituire piena vitalità al territorio e rimuovere definitivamente il senso di precarietà che il sisma ha introdotto in queste zone, e ciò vale per tutte le zone terremotate del Cento Italia, per tutti i Comuni: la zona interessata è molto ampia ed è per questo che occorre un grande impegno, perchè qui si gioca il futuro dell’Italia nel suo complesso».

Un pensiero rivolto ad ampio spettro a tutti i territori interessati dai tragici eventi del 2016 e non solo, calamità naturali che hanno colpito in maniera devastante le aree interne, «non solo preziose ma essenziali per il nostro Paese, alla sua vita sociale, economica, storica e culturale, e che come tali vanno tutelate al pari della grandi città».

Per ridar linfa a questi territori, l’appello di Mattarella è stato quello di essere «concreti, reali, effettivi e veloci», garantendo una rapida ricostruzione che restituisca «vita e dinamicità» a persone e territori.

La conclusione, come il saluto, sono affettuosamente dedicati ai ragazzi, ai quali il Presidente ha rivolto i suoi «più cari auguri per gli studi presenti e futuri», e per tante giornate radiose come quella appena trascorsa.

Foto Erika Pace