Le parole del Papa

Il Papa: «Pace in Terra Santa, inaccettabile la morte dei bambini»

Francesco segue con «grandissima preoccupazione» le violenze in Israele e nei territori palestinesi e si rivolge a chi ha ruoli di «responsabilità» per far cessare il suono delle armi

Commentando il capitolo conclusivo del Vangelo di Marco in cui viene presentato l’ultimo incontro del Risorto con i discepoli prima di salire alla destra del Padre, Francesco ci ricorda che non siamo testimoni abbandonati perché Cristo è con noi. Le parole del Pontefice durante il Regina Coeli scintillano di speranza e gioia nella certezza che Gesù, salito al Padre, prega per noi: «Alla destra del Padre siede ormai un corpo umano, per la prima volta, il corpo di Gesù, e in questo mistero ognuno di noi contempla la propria destinazione futura. Non si tratta affatto di un abbandono, perché Gesù rimane per sempre con i discepoli – con noi – rimane nella preghiera, perché lui, come uomo, prega il Padre, e come Dio: uomo e Dio. Gli fa vedere le piaghe, le piaghe con le quali ci ha redenti».

Come i discepoli, dunque, anche a noi è dato il dono della gioia perché, spiega Francesco, “la preghiera di Gesù è lì, con la nostra carne”: E’ uno di noi, Dio uomo, e prega per noi. E questo ci deve dare una sicurezza, anzi una gioia, una grande gioia! in una forma nuova. E il secondo motivo di gioia è la promessa di Gesù. Lui ci ha detto: “Vi invierò lo Spirito Santo”.

Abbiamo un secondo motivo, dice ancora il Papa, per essere nella gioia, ed è la promessa fatta da Gesù: Lui ci ha detto: “Vi invierò lo Spirito Santo”. E lì, con lo Spirito Santo, si fa quel comandamento che Lui dà proprio nel congedo: “Andate nel mondo, annunziate il Vangelo”. È lo Spirito Santo di quel giorno, che Gesù ha promesso, e poi nove giorni dopo verrà nella festa di Pentecoste. Proprio è lo Spirito Santo che ha reso possibile che tutti noi siamo oggi così. Una gioia grande! Gesù se n’è andato: il primo uomo davanti al Padre. Se n’è andato con le piaghe, che è stato il prezzo della nostra salvezza, e prega per noi. E poi ci invia lo Spirito Santo, ci promette lo Spirito Santo, per andare a evangelizzare. Per questo la gioia di oggi, per questo la gioia di questo giorno dell’Ascensione.

DOPO IL REGINA COELI

Al termine del Regina Coeli, Francesco ha ricordato la beatificazione, ieri a Roma in San Giovanni in Laterano, del sacerdote Francesco Maria della Croce, fondatore dei religiosi Salvatoriani e delle religiose Salvatoriane.

Egli fu instancabile annunciatore del Vangelo, utilizzando ogni mezzo che la carità di Cristo gli ispirava. Il suo zelo apostolico sia di esempio e di guida a quanti nella Chiesa sono chiamati a portare la parola e l’amore di Gesù in ogni ambiente.

Un appello accorato alle parti in conflitto e a chi ha la responsabilità di far cessare il suono della armi, e un’esortazione a pregare affinché israeliani e palestinesi cerchino la strada della pace. Dopo il Regina Coeli, il Papa si sofferma a lungo sulla drammatica escalation di violenze in Medio Oriente: Seguo con grandissima preoccupazione quello che sta avvenendo in Terra Santa. In questi giorni, violenti scontri armati tra la Striscia di Gaza e Israele hanno preso il sopravvento, e rischiano di degenerare in una spirale di morte e distruzione. Numerose persone sono rimaste ferite, e tanti innocenti sono morti. Tra di loro ci sono anche i bambini, e questo è terribile e inaccettabile. La loro morte è segno che non si vuole costruire il futuro, ma lo si vuole distruggere.

Il Pontefice esprime la sua preoccupazione anche per l’acuirsi delle tensioni nelle città israeliane: Inoltre, il crescendo di odio e di violenza che sta coinvolgendo varie città in Israele è una ferita grave alla fraternità e alla convivenza pacifica tra i cittadini, che sarà difficile da rimarginare se non ci si apre subito al dialogo. Mi chiedo: l’odio e la vendetta dove porteranno? Davvero pensiamo di costruire la pace distruggendo l’altro? “In nome di Dio che ha creato tutti gli esseri umani uguali nei diritti, nei doveri e nella dignità, e li ha chiamati a convivere come fratelli tra di loro” (cfr. Documento Fratellanza Umana) faccio appello alla calma e, a chi ne ha responsabilità, di far cessare il frastuono delle armi e di percorrere le vie della pace, anche con l’aiuto della Comunità Internazionale.

L’esortazione è alla preghiera, in particolare per i bambini vittime del conflitto: Preghiamo incessantemente affinché israeliani e palestinesi possano trovare la strada del dialogo e del perdono, per essere pazienti costruttori di pace e di giustizia, aprendosi, passo dopo passo, ad una speranza comune, ad una convivenza tra fratelli. Preghiamo per le vittime, in particolare per i bambini; preghiamo per la pace la Regina della pace. Ave Maria…

da avvenire.it