Il nostro fratello Giuda: amico di Gesù o traditore?

«Giuda non è un vile traditore ma soltanto uno dei tanti uomini che nel corso della storia ha imparato a sue spese che è impossibile mettersi stringere patti con il potere!!!». È quanto ha affermato la teologa Lilia Sebastiani giovedì 26 marzo nel Cenacolo San Marco di Terni in un incontro organizzato dall’ISTESS (Istituto di Studi Teologici e Storici). Egli, ha sostenuto la teologa ternana, è il personaggio più diffamato dei Vangeli. Persino Dante Alighieri lo pone nell’inferno e lo priva del volto, ritenendolo la perfetta immagine della stessa dannazione. Nonostante questo non è da dimenticare che Giuda rientra tra quegli apostoli, i Dodici, i quali sono stati tutti scelti da Gesù in persona e sembra difficile credere che egli si sia potuto sbagliare.

È stato Primo Mazzolari, prima del Concilio Vaticano II, a guardare a Giuda in un’ottica diversa: nel giovedì santo del 1958, durante una sua omelia, parlò del “nostro fratello Giuda” e più volte ripeté l’esclamazione “povero Giuda, povero fratello nostro”.

Dai Vangeli sappiamo di Giuda solo due informazioni, ossia che faceva parte dei Dodici e che facilitò la cattura di Gesù. Il suo tradimento secondo alcuni studiosi dovrebbe essere fatto risalire a motivazioni di natura politica, facendo egli forse parte del gruppo degli zeloti e in particolar modo di quello dei sicari. Stando sempre ai loro studi sembra che “Iscariota” fosse una deformazione del latino “sicarius”. Gli apostoli, essendo giudei, attendevano un messia forte, un liberatore del popolo dalla dominazione romana…Gesù sembrava tradire questa loro aspettativa!!! Oltretutto la morte così cruenta di Gesù portò in loro smarrimento e scandalo. Il conservare la fede costò loro molta fatica e Giuda potrebbe essere stato vittima del fraintendimento dei discepoli sul messianismo di Gesù.

Intorno alla storia di Giuda Iscariota sono presenti luci ed ombre. I vangeli, per esempio, raccontano in maniera differente quello che è stato il suo tradimento, in quanto per i Sinottici sembra che l’Apostolo abbia venduto Gesù per una cifra assai ridicola, 30 denari, secondo un patto preso da tempo, mentre per Giovanni la decisione del tradimento sembra sia maturata durante l’ultima cena. Inoltre non è presente in questo vangelo il bacio, in quanto l’autore del Quarto Vangelo vuole sottolineare come il bene con il male non si possano nemmeno sfiorare.

Come è morto Giuda? In realtà, afferma la Sebastiani, non lo sappiamo. Quello che è sicuro è che dopo l’arresto di Gesù egli esce di scena. Per il Vangelo di Matteo è morto impiccato. Per gli Atti degli Apostoli ha comperato un terreno ed in esso è caduto spappolandosi tutte le viscere, quasi a rappresentare una punizione divina. Questi due racconti della morte di Giuda potrebbero essere però solo delle morti simboliche, le quali farebbero riferimento a due episodi simili narrati nell’Antico Testamento.

Una cosa però secondo la teologa è certa, i vangeli non usano mai il termine greco “tradire” ma quello di “consegnare”. Giuda non tradì Gesù, ma lo consegnò alle autorità giudaiche. Secondo lei, quindi, da ciò si potrebbe comprendere che il “malvagio apostolo” non avesse mai voluto far del male a Gesù, ma solo suscitare un confronto tra lo stesso Nazareno e le autorità giudaiche, affinché il Maestro potesse rivelare il suo essere il Messia tanto atteso. Nel momento in cui comprende, infatti, di essere stato solo manipolato dalle autorità giudaiche, si pente e vorrebbe restituire il denaro. Giuda non scappa come gli altri apostoli, ma dinanzi a quelle persone autorevoli ha il coraggio di proclamare l’innocenza di Gesù.

La Sebastiani ha concluso il suo intervento invitando a rileggere con attenzione la figura di Giuda, che può essere il prototipo dei tanti uomini e donne che ogni giorno sono asserviti e strumentalizzati da un potere che vuole dominare sempre più il nostro mondo svuotando la politica dal suo vero significato.