Il Manifesto del Clown e l’ingenuo consapevole

Il 7 febbraio è uscito nelle librerie “Il manifesto del clown”, della casa editrice Funambolo, primo titolo della collana “Sircus” dedicata all’arte di strada e al circo contemporaneo.

In questo libro c’è una prospettiva inedita sul mondo dello spettacolo. L’autore e clown svedese Nalle Laanela, dopo anni di esperienza ha ideato un metodo, definito Nalleslavski in assonanza con il celebre Stanislavski, che inverte il rapporto pubblico – artista. “Il metodo Nalleslavski considera il pubblico come qualcosa di superiore, l’artista esiste proprio grazie ad esso”. Le tecniche del performer, come preferisce definirsi, devono misurasi con la capacità di coinvolgere e stupire il pubblico, anche perché “non esiste un cattivo pubblico”.

La sua ricerca artistica, sia in Europa che in giro per il mondo con l’organizzazione “Clown Senza Frontiere”, mira a trovare il “minimo comun denominatore della risata” per “portare il pubblico alla perdita del controllo delle sue emozioni”. Questo serve a scaricarsi emotivamente: “catarsi è pulizia emozionale, è rilascio delle emozioni represse”. Ovviamente “ogni volta che incontri un pubblico, devi capire se è disorientato e ha bisogno di conforto o se è a proprio agio e ha bisogno di una scossa”. Lui dopo anni di fatica ci è riuscito, e lungo il testo scopriamo la sua storia e i personaggi che popolano i suoi spettacoli.

Per raggiungere i suoi scopi il performer deve a sua volta ingaggiare una “battaglia con le emozioni”. “Fare il clown è innamorarsi completamente del gioco con la mente, con il corpo e con le emozioni”. Ci sono però delle regole per farlo e Nalle arricchisce il suo manifesto con preziosi consigli, a cominciare dai 10 comandamenti del Clown (che naturalmente sono 11…). Ma dappertutto ci sono sagge massime, per così dire, come ad esempio “se corri troppo veloce è difficile danzare” oppure “l’ingenuo ha una visione del mondo più ampia e cerca di capirlo”. Concetti che possono tornare utili anche nella vita di tutti i giorni.

E questo è il valore aggiunto de “Il manifesto del clown”. Parla certamente ad artisti, circensi o meno, o esperti del settore. Ma in fondo tutti possiamo imparare qualcosa dalla lettura delle tecniche e delle dritte per diventare un bravo clown, che sappia ancora stupirsi come i bambini fino al punto da “pianificare la sorpresa”. Si scopre un regolato “atteggiamento ingenuo”, un modo diverso di essere consapevole del mondo e delle persone che abbiamo intorno. Il clown, ma in un certo senso ognuno di noi, dovrebbe essere un ingenuo consapevole.