Il cuore profondo delle GMG

Da decenni i giovani del mondo sono inviati ad un appuntamento unico e dalle grandi dimensioni, un’occasione organizzata appositamente per loro, in tante e diverse nazioni, per raccontare e testimoniare la fede in Gesù.

Ecco il cuore profondo delle Giornate Mondiali della Gioventù, l’incontro tra giovani cuori, colmi di una luce viva che arde e chiede di essere alimentata nel rapporto con l’altro, luogo privilegiato dove Dio si fa trovare, giovani alla ricerca di risposte convincenti e che resistono alla prova della vita stessa.

La GMG è un’esperienza seria, vissuta con riflessione e nella propria interiorità, è un’esperienza contagiosa, che porta con sé la dimensione dell’allegria e della serenità, è un’esperienza che matura, perché permette il confronto con la responsabilità e il sacrificio che deriva dall’adattamento. È un’esperienza spesso determinante per rafforzare, consolidare, confermare la propria fede in Gesù, ma anche per farla scoprire e comprendere in modo nuovo e diverso, fino a porsi, a volte, alla base di scelte fondamentali della propria esistenza, verso la comprensione del proprio posto nel mondo, della propria vocazione.

Con la presente rubrica proveremo a raccontare come tutti questi elementi riescano a coniugarsi nelle GMG celebrate fino ad oggi, in vista del grande appuntamento di Cracovia 2016. Proveremo a tenerci/vi per mano lungo il percorso che ci aspetta, tentando di ripresentare gli aspetti qualificanti ogni GMG, a partire dal messaggio che il Pontefice in tale occasione consegna ai giovani del mondo, non dimenticando che ogni anno, la domenica delle Palme, tutte le Diocesi vivono la GMG. In vista di Cracovia 2016, Papa Francesco ci invita fin d’ora a meditare sul brano che ha scelto come riferimento per la XXI GMG (26 luglio-1 agosto): “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia” (Mt 5,7).

Tenendo bene in mente questa indicazione, proveremo a ricordare tutte le GMG, a partite da quella fase “propedeutica” del Grande raduno dei giovani del 15 aprile del 1984 per l’Anno Santo della Redenzione, in cui, con ogni probabilità, san Giovanni Paolo II, intuì la possibilità di proporre qualcosa che mai era stato pensato prima, un incontro mondiale dei giovani. In realtà il santo Papa ha sempre affermato che i giovani stessi hanno creato le GMG, proprio perché in quell’occasione la partecipazione fu eccezionale: 60.000 erano i giovani attesi, se ne presentarono quasi 250.000.

Piazza san Pietro era colma di giovani credenti in Gesù, un segno su cui riflettere, una testimonianza che aveva le indubbie caratteristiche della profezia, una chiara richiesta da parte dai giovani, che il santo Padre riuscì a cogliere e ripresentare a loro stessi.

La Croce dei giovani, affidata loro dal Pontefice il 22 aprile 1984, insieme all’Icona della Madre Protettrice del popolo romano (Salus Populi Romani), sono i due simboli che accompagnano le GMG, portati in pellegrinaggio nei paesi ospitanti il grande evento. La domenica delle palme del 31 marzo 1985, in occasione dell’Anno internazionale della gioventù voluto dall’ONU, furono 300.000 i giovani a cui il Papa consegnò la Lettera Apostolica ai giovani e alle giovani del mondo” e poi, il 20 dicembre dello stesso anno, l’annuncio dell’istituzione della prima GMG diocesana, celebrata nel 1986 dal tema “Sempre pronti a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi” (1Pt 3,15). A questa prima celebrazione diocesana, nel 1987 a Buenos Aires in Argentina, seguì il primo incontro mondiale, la II GMG, iniziando così un percorso che dura fino ad oggi, sapendo bene che queste occasioni sono all’interno di un vissuto indubbiamente più ampio, personale e comunitario, nel quale siamo chiamati a scoprire e innamorarci di Dio.