Il Consiglio dei ministri ha approvato il riordino delle Province

Dalle attuali 86 province a statuto ordinario (107 contando anche quelle a statuto straordinario) si passerà a 51. Il numero è «comprensivo delle città metropolitane» annuncia il ministro Filippo Patroni Griffi. Il ministro sottolinea inoltre che il decreto di riordino prevede «province completamente nuove per dimensioni e funzioni».

«L’operatività piena, con i nuovi organi eletti, avverrà dal primo gennaio 2014 perché le elezioni delle Province avverranno nel mese di novembre 2013». «Dal primo gennaio 2013 verranno meno le giunte provinciali» spiega Patroni Griffi durante la conferenza stampa a palazzo Chigi. «Sarà data la possibilità ai presidenti, per consentire la gestione ordinaria nella fase di transizione di delegare al massimo 3 consiglieri, e nello stesso tempo saranno previsti una serie di adempimenti (bilanci, ricognizione dotazione organiche, del patrimonio immobiliare ecc)».

Con il nuovo decreto legge sul riordino delle province, afferma il ministro, «si compirà un processo di riordino del governo del territorio di portata strutturale e ordinamentale. È un intervento di attuazione della legge di Spending e quindi concentrata su province e città metropolitane».

«Il governo si è trovato in questo periodo un po’ in sospeso tra spinte al mantenimento totale dello status quo e spinte volte alla cancellazione totale delle province. La scelta effettuata già al momento della spending è coerente con i modelli europei che prevedono per tutti gli stati dimensioni rapportabili a tre livelli di governo e quindi anche a quel livello intermedio che da noi si chiama provincia».

Il riassetto delle Province non prevede che siano istituiti dei commissari nella fase di transizione. Spiega ancora il ministro: «solo dall’eventuale inadempimento dell’obbligo nei termini scatterà un commissario ad acta per garantire i passaggi intermedi funzionali alla transizione».