Il Comune e la crisi al tempo del carnevale

Sono mesi che cerchiamo di capire cosa ci sia di sbagliato nella nostra città. Se davvero abbiamo tutti i presupposti per farci valere, proprio non si capisce perché non riusciamo a cavare un ragno dal buco.

Con le risorse che offre il territorio dovremmo essere tutti benestanti. E anche politicamente il momento dovrebbe essere dei più felici. In ogni livello amministrativo governa la sinistra. Sembrano condizioni favorevoli a riforme, iniziative di sviluppo e svecchiamento culturale. Che peccato essere smentiti dai fatti!

La crisi al tempo del carnevale della Giunta Petrangeli è solo l’ultimo prodotto di questa immobilità. Le solite richieste di un “radicale cambiamento” e di “punti programmatici da concretizzare in tempi certi” hanno il vago sapore del ripiego. Comunque vadano le cose, sembra inutile cercare scorciatoie per sorpassare in fretta lo stallo. Anche perché è facile intuire interessi concreti e di non poco conto dietro alle contese.

Messe così le cose, per armonizzare davvero il tutto, ci vorrebbe un qualche abbandono della polemica in favore del ritorno ad un minimo di “Politica”. Altro che rimpasti e scadenzari! Diversamente pure l’ennesima ricucitura sarà del tutto inutile. Sarebbe la condanna ad assistere ad un dialogo tra sordi e senza futuro.

Si dice che Simone Petrangeli e la sua Giunta abbiano dissipato in poco tempo una dose cospicua del consenso e del credito che gli elettori gli avevano accordato. In parte è senz’altro per colpa loro, ma in parte è anche perché non hanno mai avuto alle spalle una vera coalizione, ma una alleanza litigiosa.

Neppure questo, però, basterebbe a giustificare il mancato rinnovamento. Piuttosto viene il sospetto di stare ad assistere ad una doppia parabola discendente. Non sarà che dopo quella della destra cittadina, sta emergendo quella della sinistra? Possibile che in un ventennio di opposizione si sia troppo legata al sistema per poter riuscire a cambiarlo senza farsi troppo male?

Una domanda che ovviamente va fatta al netto delle buone intenzioni e dell’onestà di intenti di chi ci sta mettendo del suo. E anche dell’onestà intellettuale di un’agguerrita e vociona minoranza, che comunque vadano le cose al momento non sembra in grado di sostituire nessuno.

Non sarebbe un problema se fosse un periodo di vacche grasse. Ma data la situazione piuttosto drammatica, sarà il caso di gettare le maschere e dire le cose in modo chiaro? In fondo, sul lungo periodo, prendere sul serio i problemi della gente potrebbe fruttare più dei “distinguo” e dei giochi di potere.