Il Castello di Vallacula

Si nascondono nel Reatino, spesso inosservati, luoghi abbandonati dall’uomo. Luoghi che sono stati restituiti a Madre Natura e che ora sono dimenticati, perfino dalla storia, perdendendosi nel mito. Spesso sono ricordati solo nei toponimi. Questi siti sono là fuori, oggi come mille anni fa, e non attendono altro che essere riscoperti per farci scoprire come eravamo. Non sono difficili da raggiungere: sono più vicini di quanto si pensi.

Come il Castello di Vallacula, poggiato sul Monte Castellone (secondo le mappe I.G.M.) lungo la S.S. 79 Ternana nel tratto tra Madonna della Luce e Casette di Colli Sul Velino.

Il sito si trova in cima a questo colle, 100 m più in alto della linea della strada e del ponte di Vallagora. Ad oggi, come si può osservare dalla foto, è rimasto in piedi solamente un pezzo di cinta muraria e qualche altra lieve traccia nel tratto Sud-Est.

Sulla sommità del colle, in un recente passato, fu allestita una pineta che per la sua realizzazione ha sicuramente richiesto la distruzione di altri tratti murari che altrimenti oggi potevano essere visibili.

Inoltre si notano alcuni schemi abitativi che forse suggeriscono la presenza di un villaggio accanto al castrum.

Il castello sembrerebbe antichissimo: la sua fondazione risalirebbe a prima del Mille, durante il fenomeno dell’incastellamento delle popolazioni reatine.

Vallacula viene citata per la prima volta in un documento di accordo datato 1186 tra la Basilica di S. Giovanni Laterano ed alcuni nobili locali, dove quest’ultimi contestavano una donazione precedente di vari castelli alla stessa basilica.

Il castello già abbandonato da secoli, viene citato con il nome di Casteldiruto dal vescovo Marini nel corso del Settecento.

Era posto in una posizione invidiabile per la sua vista. Da lì, ancora oggi, si può spaziare da Rieti al castello di Piediluco, osservando così Greccio, Moggio Reatino e Poggio Bustone.

Evidentemente il castello presidiava il passo che risaliva il fosso di Vallagora, di secondaria importanza per l’accesso nel reatino, ma che diventava vitale nei periodi in cui la valle era più allagata.