Il cappotto del virus

È fuor di dubbio che in questo periodo ognuno ha un amico o un parente con la febbre. L’influenza sta diventando un fenomeno rilevante. E rilevante è anche il fastidio che provoca. A mali estremi, è proprio il caso di dirlo, estremi rimedi.

Il primo passo potrebbe essere quello di corrompere il virus. Qualunque sia il conio virologico, tra spese in medicine e rimedi della nonna ne varrà sicuramente la pena. Oppure promettergli di fargli infettare un gregge di pecore, basterà fare una vacanza in Nuova Zelanda.

Se però l’animaletto dovesse dimostrare una moralità inamovibile, si dovrà passare alle maniere forti. Offenderlo verbalmente non ha mai funzionato, forse corteggiando qualche (innocuo) batterio lo faremo ingelosire abbastanza da abbandonarci. Ma il suo affetto si è dimostrato fin troppo fedele finora.

Sabotaggio. È l’unica strada praticabile a questo punto. Strappiamo i piccoli cappottini che evidentemente proteggono i mostriciattoli dal freddo. Si è brutale e violento come metodo ma qualcosa bisogna pur provare.

A parte gli scherzi il disagio creato nelle ultime settimane è enorme. Speriamo che all’influenza non piaccia l’ironia, ma c’è poco da fare. Il virus ha stravinto e come si dice al gioco delle carte il “capotto” ce lo ha fatto lui.