I santi conducano a Dio

Un piccolo pensiero spirituale, in apertura di questa pagina, apprestandoci a iniziare il mese di novembre nel quale la spiritualità cristiana orienta particolarmente i credenti alle “cose celesti”, aprendo il mese con la festa che fa contemplare la Città del cielo e la gloria di tutti i santi. Vogliamo offrirlo con le parole di un reatino morto in concetto di santità: il venerabile Massimo Rinaldi, del quale si spera di riprendere ben presto – con l’esame di un possibile miracolo attribuito alla sua intercessione – l’iter che la Chiesa reatina che l’ha avuto per figlio e per padre (insieme alla congregazione degli Scalabriniani che venera in lui una sorta di secondo fondatore) si augura possa portare alla sua beatificazione.

Parlando di santi, ecco qui, del santo vescovo Rinaldi, un pensiero preso da un breve articolo pubblicato per la festa di Ognissanti del 1937 su L’unità sabina, il settimanale diocesano da lui caparbiamente voluto e realizzato: «Il santo è l’imitatore perfetto del solo santo: Gesù Cristo… Il santo – per questa sua stretta unione con Dio – è magnifica scuola di perfezione umana, è dimostrazione vitale che l’uomo non è destinato a strisciare nel fango e nell’egoismo, ma a volare verso le perfezioni divine». E ancora: «Il culto dei santi è la grande strada per condurre a Dio», purché deviazioni devozionistiche e abusi in questo culto da parte di chi rasenta storture idolatriche, ammoniva il Rinaldi, non rischi di farne invece «l’ostacolo che barrica il cammino a Dio». Considerazioni che non sembrano aver perso di attualità…