I reatini a Roma alla canonizzazione dei grandi papi

«Una grande emozione »: sintetizza così il suo animo don Giuseppe Slazyk, di ritorno dall’intensa trasferta romana in cui quello da lui chiamato «il nostro santo» (già da tempo al Papa connazionale aveva dedicato una
canzone così intitolata il prete polacco trapiantato nel reatino, che è appassionato di chitarra e si diletta nello scrivere brani musicali) è stato ufficialmente dichiarato tale.

Ha voluto naturalmente esserci alla cerimonia con cui Giovanni Paolo II è stato elevato agli onori degli altari assieme a Giovanni XXIII: veglia di sabato in piazza Navona con tanti polacchi, la mattina in piazza San Pietro nei posti riservati ai sacerdoti, l’indomani la Messa di ringraziamento con tanti connazionali, prima del ritorno a Leofreni, il sacerdote – esponente del nutrito gruppo proveniente dalla Polonia attivo nel clero reatino – non era l’unico che da Rieti si è mosso alla volta dell’Urbe per partecipare alla canonizzazione dei due pontefici grandi protagonisti del Novecento, come ha voluto sottolineare anche il vescovo: «Giovanni XXIII fu il Papa del Concilio Vaticano II, della Pacem in terris, della prossimità e della vicinanza a tutti con espressioni verbali e gestuali rimaste nella storia. Giovanni Paolo II è stato protagonista di un papato lungo e intenso e a lui vanno riconosciuti molti meriti sul piano pastorale e internazionale, che sarebbe arduo anche solo citare», ha dichiarato monsignor Lucarelli.

La diocesi reatina si è unita all’entusiasmo generale per «questo evento universale» mostrando gratitudine a Dio «per questi grandi Pontefici che hanno inciso profondamente nella storia dei popoli e delle persone».

Tra coloro che hanno voluto esserci a Roma un gruppetto dell’Azione Cattolica, con in testa presidente e assistente diocesani, che sabato sera ha raggiunto la parrocchia di Santa Maria delle Grazie al Trionfale dove
l’associazione aveva organizzato un’apposita veglia di preghiera, per poi seguire l’indomani la cerimonia di canonizzazione in maxischermo a Santa Maria Maggiore.

Qualche goccia reatina, dunque, nell’oceano sconfinato di folla radunatasi a onorare i due pastori fatti santi da papa Francesco, il quale, ha aggiunto Lucarelli, «sembra avere i tratti dell’uno e dell’altro, per il suo stile schietto e il carisma comunicativo: preghiamo anche per lui», ha invitato il vescovo, «perché il Signore lo conservi a lungo a guida della Chiesa in questo momento storico così importante».

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