I ragazzi della parrocchia di San Francesco Nuovo e il lungo testimone della Gmg

Da Czestochowa ‘91 a Cracovia 2016. Un lungo, bellissimo ponte unisce queste due Gmg. E su di esso, idealmente, in tutti questi anni, hanno camminato con fiducia i quaranta ragazzi della parrocchia di San Francesco Nuovo che, 25 anni fa, non erano ancora nati. C’erano i loro genitori, allora, a confidare in Dio, Ad affidarsi alla parola di un pontefice, oggi santo, che gridava con forza: «Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo».

Era il tempo del crollo del comunismo. In viaggio, sul pullman, arrivò la notizia del tentato golpe contro Gorbaciov, in Unione Sovietica (la Russia ancora non c’era). Oggi, ai ragazzi, è arrivato l’orrore di Rouen, appreso in tempo reale sugli smatphone: per noi ci volle la radio dell’autobus.

Era un Europa diversa, quella che accolse i genitori: incredibilmente cambiata, quella che accoglie i figli. Ma il Signore, Lui, non è cambiato. E quella promessa fatta 25 anni a tanti che – anche allora guidati da don Giovanni Franchi, autentico, preziosissimo file rouge fra svariate generazioni – non erano nemmeno fidanzati e non potevano certo immaginare quale fantasia meravigliosa potesse avere quel Signore che li aveva chiamati allora, e che oggi ha rinnovato – non deludendola mai – quella chiamata.

Un testimone lungo 25 anni, e finalmente passato nelle loro mani, perché possano credere non più sulla fede di chi allora c’era, ma sulla propria esperienza diretta. Come nel vangelo della samaritana e del pozzo: «crediamo – le dicono i suoi compaesani – non più per quello che tu ci hai detto, ma perchè anche noi abbiamo visto».

La visita ad Auschwitz, come allora: un evento dopo il quale la tua vita non è, e non può più essere, quella di prima. E tanto, tanto altro. Con la Chiesa. Per la Chiesa.

Bellissimo l’incontro, tutti insieme, con i ragazzi che assieme a padre Luca, don Roberto e don Domenico (il vescovo!) da Rieti sono venuti a Cracovia in pellegrinaggio. È il loro momento di incontrare la storia, di confrontarsi con la vita.

Con tremore, ma senza timore: il Signore, le sue promesse, le mantiene. Tutte. E la loro stessa vita, la loro presenza lì, con la Chiesa universale, nella Chiesa universale – come autentiche pietre vive di Essa – lo testimonia.

Faranno rientro il 3 agosto, i quaranta che 25 anni fa erano solo nella fantasia di Dio Padre e che, oggi, lo incontrano, vivo, nel Suo diletto Figlio.

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