I Plus e l’imbarazzata nostalgia per la Rieti che fu

Con il solo supporto dei rendering, è difficile prevedere se riusciranno belli o brutti. E poi non importa: messo così il problema, si finisce inevitabilmente impantanati nella solita relatività del gusto.

Ma il problema che apriranno i Plus sembra un altro: spazzeranno via in un colpo solo quel che di “storico” c’è ancora in centro?

Forse è un timore ingiustificato. Di sicuro possiamo confidare nel buon senso di Amministrazione, progettisti e imprese esecutrici. Ci faranno guadagnare in servizi e decoro. Però non riusciamo a toglierci dalla testa la paura che a lavori finiti avremo pure perso qualcosa.

I Plus faranno della città entro le mura una razionalissima superficie aliena, funzionale, ma del tutto priva di sapore? Quando domani guarderemo le foto della Rieti di oggi, proveremo un’imbarazzata nostalgia? Ci faranno lo stesso effetto che ci fanno oggi le foto della vecchia piazza “del Leone” confrontate all’attuale piazza Oberdan?

Il successo a Rieti di tanta editoria “amarcord” la dice lunga sul sentimento popolare. Ma di fronte ai soldi da far girare e alla polemica sui disagi per i lavori, di queste cose sembra non si sia discusso affatto. Eppure avrebbero dovuto essere il tema centrale della “riqualificazione”. Avrebbero dovuto precedere i ragionamenti sui parcheggi, la viabilità e gli ascensori.

In città si sarebbe dovuto dibattere su cosa c’è di qualificante e di squalificato nella sistemazione attuale. Invece persino i disegni della Rieti che sarà sono stati diffusi al pubblico con un sospetto ritardo. Ma oramai è tardi, e comunque non c’è mai tempo per queste sottigliezze. C’è il cronoprogramma da rispettare, e l’Europa non ci aspetta di certo. Così va il mondo.

Ma una cosa è certa: a lavori finiti, dapprima rimarremo esterrefatti. Poi, lentamente, cominceremo a capire…