Giugno Antoniano

I “Miracoli a Lourdes” raccontati da Fabio Bolzetta emozionano il Giugno Antoniano

È stato presentato nell'ambito dei festeggiamenti per il Giugno Antoniano il libro del giornalista Fabio Bolzetta, che racconta le storie straordinarie di cinque miracolati di Lourdes

«Perchè io, perchè proprio io?”. Queste, e tante altre domande, quelle che si pongono le persone improvvisamente e  – per la scienza medica – inspiegabilmente guarite dopo la visita al santuario mariano di Lourdes. Fabio Bolzetta ne ha incontrate cinque, ci ha parlato, ha raccolto le loro storie e le ha trascritte nel libro “Miracoli a Lourdes”, presentato nella chiesa di San Francesco nell’ambito del Giugno Antoniano.

Giornalista e conduttore dell’emittente Tv2000, Bolzetta ha incontrato per lavoro una delle persone miracolate, e così, per caso, è iniziata la sua ricerca, supportata dalle documentazioni originali custodite dalle Commissioni collegiali mediche e canoniche presso gli archivi diocesani e presso il Bureau des Constatations Médicales di Lourdes.

«Persone che vivono le proprie storie con estrema riservatezza, lontane dai clamori, quasi subendo la propria storia anche mentre la raccontano, pervase da un’immensa gratitudine per il dono ricevuto», ha commentato l’autore, durante il dibattito con padre Antonio Maria Tofanelli, della Fraternità Interobbedenziale di San Rufo.

Di fronte, una platea rapita da testimonianze di vita e di malattia tanto forti, commoventi, devastanti, «perchè a Lourdes si viene schiaffeggiati dalla sofferenza, e si torna a casa rimettendo a posto le priorità, e poi vedendo tutto con occhi diversi».

Fabio Bolzetta racconta le lacrime e la fede, e lo fa con garbo e con voce bassa, quasi volendo sparire come autore dietro le esperienze forti che narra tra le pagine del suo libro. Nomi, storie, dolori e provenienze tanto diversi tra loro, ma tutti accomunati dal filo comune di una guarigione definitiva e improvvisa da una malattia incurabile, una guarigione nella maggior parte dei casi neppure richiesta.

Come la piccola Delizia Cirolli, che inizia ad accusare undicenne dei dolori al ginocchio destro: un malessere imputato a un capriccio, alla volontà di marinare la scuola. La malattia di Delizia si rivela invece molto grave, e il tumore maligno dell’estremità prossimale della tibia esige un’amputazione, intervento che allungherebbe solo di qualche mese la condanna a morte della bambina. I genitori dunque rifiutano, sconvolti dal dolore e da una sentenza così drastica che porta addirittura la madre a preparare l’abito con cui vestire la figlia da morta.

Il viaggio da Catania a Lourdes con il treno bianco è lungo, e molto faticoso, e la bimba – totalmente ignara delle sue condizioni – ne torna stremata, e come spesso accade nelle guarigioni di Lourdes, quasi aggravata. «Mi ha raccontato che poco dopo, però – racconta Bolzetta – ebbe come la sensazione di una grande febbre che svaniva di colpo, un senso di totale benessere».

Le visite mediche riscontrarono la sparizione totale del tumore, di cui non c’era più traccia. Il 28 luglio 1980, l’Ufficio Medico di Lourdes, quasi all’unanimità, decise di ritenere questa guarigione, avvenuta dopo una malattia incurabile e per la quale non era stata praticata alcuna terapia, come «un fenomeno contrario alle previsioni dell’esperienza medica, e scientificamente inspiegabile». Nel 1982, il Comitato Medico Internazionale di Lourdes, confermava, con ulteriore forza, le opinioni già date, relative a questa ripresa della salute «eccezionale nel senso più stretto della parola, e per di più, inspiegabile».

Quello della conferma di una guarigione miracolosa è un cammino che oscilla tra scienza e fede e dura decenni, un percorso «al quale chiunque sia medico può partecipare, consultando i dossier e le cartelle cliniche ed esprimendo il proprio giudizio».

La realtà di Lourdes è ampia, complessa e molto controversa. «Di certo, c’è che i protagonisti delle storie che ho raccontato non sono solo i guariti – racconta l’autore -, ma anche tutti coloro che fanno sì che ciò possa accadere: i volontari, i cappellani, i barellieri, tutti quelli che permettono il viaggio dei malati, che spesso rappresenta per loro una delle pochissime occasioni per uscire da ospedali o case».

Presente all’incontro il vescovo Domenico, che ha sottolineato l’importanza della presentazione del libro, «che ci ha permesso di inquadrare la sofferenza, ciò da cui tutti scappiamo, attraverso un significato diverso. E non è un caso che tutto ciò lo rappresenti Maria: una donna, perchè è noto che le donne sappiano sopportare meglio degli uomini il dolore».

«Ringrazio non solo il giornalista, lo scrittore Bolzetta», ha concluso frate Antonio Maria Tofanelli. «Ma voglio ringraziare soprattutto l’uomo Fabio, che ci ha permesso di poter vivere pagine scritte davvero con il cuore, in un libro utile davvero a tutti».

Il libro “Miracoli a Lourdes” è acquistabile presso il rivenditore Paoline di Rieti, la libreria Emmaus di via Terenzio Varrone.