I Lions Clubs hanno ripercorso la via dei Flavi

Il 27 settembre i Lions Clubs Rieti Varrone e Cittaducale hanno ripercorso la via dei Flavi.

La Sabina ha riservato loro una accoglienza sublime… con i suoi campi, le sue case, le sue strade… le sue genti; è una terra che ha visto vivere generazioni su generazioni, che ha dato alla luce personaggi illustri che sono passati alla storia per le loro imprese, per il modo di governare la cosa pubblica, per la realizzazione di varie opere: è il caso della Famiglia dei Flavi (Vespasiano, Tito e Domiziano) che hanno retto le sorti dell’Impero Romano per 27 anni (dal 69 al 95 d.C.) lasciandolo florido e sicuro.

La “Via dei Flavi” ha voluto ripercorrere i luoghi che li hanno ospitati quando da Roma vi si recavano per trascorrervi in serenità il periodo delle grandi calure estive.

La “Via” inizia dal Vicus Falacrinae, oggi Cittareale, nel cui territorio sono stati rinvenuti i resti di una villa che doveva essere grande e ricca; lo si deduce dai reperti archeologici che sono custoditi nel museo civico del comune di Cittareale.
Scendendo verso valle, nel comune di Castel Sant’Angelo, nelle adiacenze del lago di Paterno, sulle pendici di una verdeggiante collina, spicca un’imponente costruzione muraria: “le Terme di Tito”. E ancora procedendo verso Rieti, nel comune di Cittaducale, nelle vicinanze delle terme sulfuree di Cotilia, si trovano le “Terme di Vespasiano” che altri chiamano “Santuario di Vacuna”, dea venerata dai sabini.

“La Via dei Flavi” è nata da un desiderio espresso dal Prefetto di Rieti Chiara Marolla, che il Lions Club Rieti Varrone insieme al Lions Club Cittaducale hanno condiviso e realizzato grazie al totale ed eccellente impegno organizzativo di una socia del Lions Club Rieti Varrone: la Prof.ssa Maria Luisa Formichetti.

Forte è stato il desiderio di omaggiare la Famiglia dei Flavi, che sebbene di modeste origini, fu tanto importante per la storia di Roma e della nostra Provincia.

È importante far conoscere questi luoghi che riflettono un ambiente che merita di essere valorizzato non soltanto per la sua storia, ma anche per le sue ricchezze naturali. Noi tutti speriamo che, in un prossimo futuro, questi luoghi possano godere di uno sviluppo turistico come meritano, al pari di tanti altri. Se è vero che da una piccola iniziativa ne possono derivare altre più grandi, noi non possiamo far altro che augurarci e dire: “Sabina resurgens” facendo nostra la dicitura che lo stesso Vespasiano fece riportare in una moneta dell’epoca: “Roma resurgens”.