I giovani e l’alcol: dal divertimento alla schiavitù

L’Auditorium Varrone ha accolto una nuova giornata di formazione promossa dall’Ufficio per la Pastorale della Salute e dall’Ufficio Scuola della Diocesi di Rieti. Affollata di ragazzi, educatori e operatori la sala.

L’alcolismo e il disagio del consumo di alcol tra le giovani generazioni è il tema al centro dell’incontro organizzato nell’anno dedicato alla famiglia.

“L’alcol sembra aver sostituito i desideri e gli entusiasmi dei giovani – spiega il Direttore Diocesano per la Pastorale della Salute Nazzareno Iacopini – Giovani che sembrano travolti dalla noia, privi di entusiasmo e disinvoltura cercano nell’alcol una forza o un’identità. Molti sono convinti di gestire il problema e l’idea della dipendenza non li sfiora. Sarebbe importante chiedere agli adulti una maggiore coerenza, rispetto alle leggi, alle pubblicità, agli esempi in generale. Non c’è nessuno esempio su larga scala che tenga i giovani lontani dall’alcol, né ci sono stati finora programmi di prevenzione per l’alcol, sembra che ancora non sia chiara l’emergenza che invece gli addetti ai lavori già segnalano da tempo”.

Mons Jaroslaw Krzewicki porta il saluto del Vescovo. “Voi – ha detto ai giovani – dovete sentirvi fortunati perché siete amati dai vostri genitori e da tanti che per voi tifano e vogliono che siate felici”.

Poi lancia degli interrogativi: “Dove finisce il divertimento e inizia la dipendenza? Dove iniziano i guai? Cosa possiamo fare perché la nostra vita possa essere felice senza ricorrere ad aggiuntivi che tante volte ci complicano la vita?”.

A seguire il saluto del consigliere comunale Enrico Zepponi e del consigliere regionale Daniele Mitolo.

Poi la relazione di Angelo Giuliani, responsabile dell’Unità Operativa Alcolismo e Tossicodipendenza della Ausl di Rieti. “Dal 1996 – spiega – è attivo a Rieti un servizio di alcologia con personale dedicato che si avvale di un ambulatorio nei locali di via salaria per Roma e due ambulatori distrettuali Passo Corese e Sant’Elpidio che hanno consentito di stabilire importanti sinergie con le altre realtà del territorio”.

L’alcol è il principale fattore di rischio nella fascia d’età tra i 15 e i 49 anni. L’alcol è una droga. Insieme ad eroina e cocaina la più pericolosa secondo i risultati prodotti da uno studio francese.

Dal 96 al oggi quasi 1000 persone sono passate per il Servizio algologico di Rieti. “I giovani vengono poco nel nostro Servizio – dice Giuliani illustrando i dati – Sono pochi coloro che arrivano spontaneamente (appena il 13%) la maggior parte viene accompagnata da parenti ed amici. Dal 1 gennaio al 30 settembre 2014 sono 400 le visite effettuate per il rinnovo e revisioni delle patenti di guida a conducenti fermati per guida in stato di ebbrezza”.

Al pronto soccorso di Rieti si registrano 10 accessi al mese per problemi legati ad alcol. Ma se dovessimo considerare anche gli accessi in cui l’alcol è co-fattore di patologie, infortuni e incidenti vari il numero andrebbe almeno moltiplicato per 10.

A seguire l’intervento di don Zbigniew Formella, docente dell’Università Pontificia Salesiana.

“In gran parte la mia vita dipende da me. Sono costruttore di un tempio che è il mio corpo. Al terzo bicchiere il vino beve l’uomo, dice un proverbio orientale, Io non accetto la motivazione che i giovani bevono perché sono giovani. I giovani possono scegliere, se sono correttamente informati. L’alcol ti frega – ha aggiunto don Formella – Ed è inutile proibire perché non funziona. Perché ragazzi intelligenti distruggono il proprio tempio la propria persona? Noi possiamo essere ruderi dentro ma ben confezionati, in questo mondo, in particolare tra gli adolescenti l’importante è apparire. Fondamentale essere coinvolti nella gestione della nostra crescita, ampliare gli interessi con l’acquisizione del pensiero ipotetico deduttivo e acquisire una nuova identità. Potenzialmente ognuno di noi può diventare uno che distrugge o uno che costruisce, un uomo libero o uno schiavo. Il vostro futuro dipende da voi, non credete che qualcun altro vi organizzerà la vita e penserà al posto vostro. La nostra vita è come un fiume, nuotare bene nella vita vuol dire conoscere stili di vita, cambiare stile se c’è bisogno e non farsi trasportare dalla corrente. Protestate davanti agli adulti che danno esempi cattivi, denunciate chi non segue le leggi, che pure ci sono riguardo l’alcol”.

E’ seguita poi la discussione tra i presenti.

Le conclusioni affidate a Mons. Jaroslaw Krzewicki, vicario generale della Diocesi di Rieti e direttore diocesano dell’Ufficio Scuola.

“Parlate di quello che avete sentito nelle vostre realtà – dice ai giovani – siate un buon fermento. Se l’alcol non presenta tutti i valori positivi che troppe volte ci vengono mostrati, allora l’abitudine di bere potrebbe essere contrastata dalla consuetudine di rinuncia. Noi possiamo scegliere. Dipende da voi – ha concluso Mons. Krzewicki invitando i giovani a costituire gruppi Alcol no grazie. Non perdete la libertà di poter scegliere e decidere di non essere manipolati. La società aspetta il vostro impegno concreto.