Halloween, polemiche e zucche vuote

L’argomento di questi giorni è halloween. Dalla Chiesa reatina è arrivato l’invito a vestire i panni dei santi al posto di quelli dei diavoli. Ed in città è scattata la polemica. Eppure la proposta è stata gentile, misurata. Seguendo le analisi degli esorcisti, la prudenza dei vescovi, l’esperienza di tanti sacerdoti, si è chiesto di non sottovalutare il fenomeno, di non banalizzare il male, di non scherzare con l’occulto.

Halloween propone una visione della morte decisamente lontana da quella cristiana. La Chiesa non ha fatto divieti, ma perché non dovrebbe dire la sua, opporsi, discutere sul piano culturale, indicare una alternativa? Dovrebbe accodarsi a questa fiera del cattivo gusto, del macabro travestito da scherzetto, della bruttezza gratuita e insensata?

Ma poi perché tutta questa smania di festeggiare halloween? In tanti rispondono che non c’è nulla di male. Che si tratta solo di divertirsi, di stare insieme, di far scena. Tutto in buona fede, con leggerezza, senza alcun retropensiero satanico. Ci crediamo, ma la domanda rimane: perché? Perché fa tendenza? Perché ce lo impongono la pubblicità, la moda, i media? Perché così fan tutti?

Non sarà che il garbato suggerimento della Chiesa su halloween ha infastidito perché ha fatto contare per davvero un bel po’ di zucche vuote? Tante, troppe persone sembrano pronte ad adottare supinamente qualunque proposta senza avere la benché minima coscienza di ciò che stanno facendo.

Ma se glielo fate notare, prima si appellano a improbabili riprese neo-celtiche, poi la buttano in caciara, chiamando in causa Papa Francesco, i preti pedofili e spacciatori di cocaina, le unioni gay e tante altre cose che non c’entrano nulla. È un modo come un altro per ricordarvi che il senso critico preferiscono rivolgerlo altrove, il più lontano possibile da se stessi, soprattutto.

Pazienza, così va il mondo: nell’epoca dei polli d’allevamento, evidentemente, quattro zucche vuote hanno più forza di Tutti i Santi.