Grilli Parlanti: vige il principio di prevenzione e precauzione?

18 dicembre 2013: la Prefettura di Rieti rilascia un documento denominato “P.E.E.” ovvero Piano d’Emergenza Esterna relativo il deposito Liquigas sito in via Pistignano. Si tratta di una revisione di un precedente elaborato datato 2008, sempre dalla Prefettura di Rieti.

Nel documento si legge testualmente che «La stesura della revisione del P.E.E. è stata coordinata dalla Prefettura – Ufficio Territoriale del Governo di Rieti ed è stata realizzata con lo svolgimento di n. 9 incontri con la partecipazione degli enti individuati nel decreto prefettizio n. 20472 del 18/12/2012 costituenti il “Gruppo di lavoro” finalizzato alla condivisione delle linee programmatiche e delle scelte di metodo per la revisione ed aggiornamento del documento. Al lavoro hanno partecipato: per l’Amministrazione Provinciale: Ing. Sabrina Ferroni e Geom. Maurizio Aruffo; per il Comando Provinciale Vigili del Fuoco di Rieti: Ing. Antonio Annecchini; per l’Arpalazio: Dr. Gaetano Gallozzi; per l’Azienda USL di Rieti: Dr.ssa Felicetta Cavilli.  Si sono inoltre svolti incontri e riunioni dedicati ad approfondimenti specifici che pertanto hanno richiesto la partecipazione dei rappresentanti di: Comando Polizia Stradale di Rieti: Dr.ssa Francesca Bruschi e I.C. Giuseppe Paolantoni; Provincia di Rieti – Polizia Provinciale: Dr.ssa Laura Serva; Comando Polizia Municipale del Comune di Rieti: Mar. Franco D’Ippolito; Comune di Rieti Settore VI-Ambiente: Geom. Roberto Carlucci e Geom. Alessandro Colalelli; Compartimento ANAS – Lazio: Ing. Amos Zanon; ENEL: Ing. Antonio Parente».

Leggendo il documento, che nella prima parte riporta un inquadramento territoriale del sito, si vede che a seguire si passa all’analisi dei rischi intrinsechi del luogo evidenziando come il deposito sorga in zona UAS (Unità Amministrativa Sismica) ricompreso nella sottozona sismica 2B, ovvero a rischio sismico medio-alto, ed in fascia B e C del Piano di Assetto Idrogeologico (PAI). Si passa quindi all’anagrafica dell’impianto, ad un censimento delle attività sensibili poste a ridosso del deposito che evidenzia come a 150 metri lineari dal baricentro della Liquigas si trovi il Convitto Alberghiero. Si può inoltre leggere una descrizione puntuale e dettagliata dell’impianto e delle sue parti costituenti e gli eventi incidentali che possono seguire un rilascio accidentale di GPL, tra cui il Jet Fire (incendio del getto), Pool Fire (incendio vapori da pozza), Flash Fire (incendio di nube) ed Esplosione di Nube. Gli effetti dovuti a questi possibili eventi incidentali sono essenzialmente di tipo termico.

Secondo il P.E.E. «l’individuazione delle zone di pianificazione tiene in considerazione le seguenti tre zone in funzione delle conseguenze di un evento:

  • Prima zona – zona di sicuro impatto: E’ una zona generalmente limitata alle immediate adiacenze dello stabilimento ed è caratterizzata da effetti sanitari comportanti una elevata probabilità di letalità anche per le persone mediamente sane.
  • Seconda zona – zona di danno: E’ una zona esterna, rispetto la prima, caratterizzata da possibili danni anche gravi ed irreversibili, per persone mediamente sane che non intraprendono le corrette misure di protezione e da possibili danni anche letali per persone maggiormente vulnerabili (neonati, bambini, malati, anziani, ecc.).
  • Terza zona – zona di attenzione: E’ caratterizzata dal possibile verificarsi di danni, generalmente non gravi e reversibili, a soggetti particolarmente vulnerabili, o comunque da reazioni fisiologiche che possono determinare situazioni tali da richiedere provvedimenti anche di ordine pubblico, nella valutazione delle autorità locali».

Nel documento inoltre viene effettuata una descrizione degli eventi e degli scenari incidentali sulla base dell’analisi storica e dell’analisi incidentale redatta dal gestore del deposito, evidenziando anche la probabilità e la frequenza con cui tali incidenti possono verificarsi nel tempo.

Incrociando tutti i dati e le distanze analizzate si evince come il Convitto si trovi ad una distanza tale che in caso di rottura di un serbatoio in fase liquida il flash fire che ne potrebbe derivare potrebbe essere potenzialmente letale.

«Si individuano, sulla base delle indicazioni fornite dal gestore, le tipologie di evento (incendio o rilascio) nonché le zone a rischio complete della loro estensione:

  •  Zona I “di sicuro impatto”: zona immediatamente adiacente allo stabilimento caratterizzata da effetti comportanti una elevata letalità per le persone che:
    • In caso di incendio è stabilità in 49 m per jet fire ed in 109 m per flash fire;
    • In caso di rilascio è stabilita in 109 m.
  • Zona II “di danno”: esterna alla prima e caratterizzata da possibili danni, anche gravi ed irreversibili, per le persone che non abbiano assunto corrette misure di autoprotezione e da possibili danni, anche letali per le persone più vulnerabili come i minori e gli anziani che:
    • In caso di incendio è stabilita in 58 m per jet fire ed in 167 m per flash fire;
    • In caso di rilascio è stabilita in 167 m.
  • Zona III “di attenzione”: la sua estensione deve essere individuata sulla base delle valutazioni delle autorità locali. E’ caratterizzata dal possibile verificarsi di danni, generalmente non gravi anche per i soggetti più vulnerabili oppure da reazioni fisiologiche che possono determinare situazioni di turbamento tali da richiedere provvedimenti anche di ordine pubblico che:
    • In caso di incendio jet fire è stabilita in 65 m».

Alla luce di quanto sopra esposto, noi dei Grilli Parlanti ci chiediamo:

  1. E’ stata data adeguata informazione e formazione alle persone che abitualmente si trovano nel raggio di azione delle conseguenze di un eventuale incidente secondo quanto disposto dallo stesso P.E.E.?
  2. I ragazzi, le famiglie ed il personale a servizio del convitto, sono a conoscenza dei rischi derivanti dalla vicinanza con il deposito Liquigas?
  3. In fase di rilascio del Certificato di Prevenzione Incendi è stata tenuta in debito conto la vicinanza del deposito GPL e del verificarsi di un eventuale incidente?
  4. In ultima analisi, in base al principio che è meglio prevenire che porre rimedio ai danni che deriverebbero da un incidente al deposito, non esiste un altro luogo e/o edificio più sicuro e lontano da una probabile fonte di rischio da destinare a convitto, per l’istituto alberghiero? Poniamo anche l’attenzione sul fatto che in quell’area insiste anche la base operativa dell’ARES 118 che si trova paradossalmente nella stessa situazione di pericolo esondazione del convitto. Realtà che sarebbe deputata al soccorso, sia nella malaugurata ipotesi di un incidente alla Liquigas che in caso di esondazione del fiume Turano, data la prossimità ed il livello della struttura rispetto al corso d’acqua (peraltro mai pulito dai detriti).

Noi “Grilli Parlanti di Rieti” esortiamo quindi tutti, ed in particolare le Istituzioni, ad una scrupolosa riconsiderazione della questione, tenendo conto che la salvaguardia dell’incolumità delle persone ed un particolare dei ragazzi, deve essere il fulcro principale da tener presente prima di intraprendere qualsiasi azione.