Gli speed check sono costosi? Non solo: il Ministero non li approva

La polemica sui costi sostenuti dall’Amministrazione per il noleggio dei “box dissuasori della velocità con predisposizione per la rilevazione della velocità e illuminazione a led autoalimentata”, potrebbe non fermarsi ai soli problemi di contabilità.

Anche la posizione del Ministero dei Trasporti sulle colonnine blu, infatti, pare essere tutt’altro che favorevole. Non a caso nel luglio 2012 ha rilasciato un parere ad uso delle Prefetture, scovato e pubblicato lo scorso giugno dal sito automoto.it.

I cosiddetti Speed Check, chiarisce il documento, non sono approvati da alcuna norma vigente. Vale a dire che le amministrazioni di tutta Italia li utilizzano in maniera quantomeno arbitraria.

«I manufatti in oggetto – recita la nota – non sono inquadrabili in alcuna delle categorie previste dal nuovo Codice della Strada […] e dal connesso Regolamento di Esecuzione e di Attuazione […] e dunque per essi non risulta concessa alcuna approvazione».

Gli Speed Check, infatti, non possono essere considerati “impianti”, «in quanto privi di qualsivoglia dispositivo», né essere classificati come segnaletica, poiché «non sono riconducibili ad alcuna delle fattispecie previste».

La nota del Ministero dei Trasporti, d’altro canto, chiarisce l’unico uso conforme alle norme vigenti per queste “colonnine”: i contenitori sono consentiti solamente quando al loro interno si trovano misuratori di velocità approvati dalla legge. Si possono usare per fare le multe, ma non come deterrente.

A giudicare dal parere, quindi, tutte le amministrazioni locali che utilizzano le colonnine con finalità preventive, senza montare telecamere al loro interno, agiscono senza rispettare le norme vigenti. E tra queste parrebbe esserci anche il Comune di Rieti. Le determine sull’argomento, infatti, parlano di “dissuasori”, e sebbene gli Speed Check siano predisposti per l’alloggiamento dei dispositivi di rilevamento della velocità, l’uso prevalente è senz’altro quello dello spauracchio per chi corre.

A noi, per la verità, non dispiace l’impegno del Comune nel cercare di mantenere bassa la velocità delle auto. Ma la modalità scelta, come spiega l’articolo di automoto.it, potrebbe metterebbe il Comune in condizione di essere indagato per danno erariale, avendo noleggiato con i soldi dei contribuenti dispositivi mirati ad uno scopo non previsto dalle norme.

Una possibilità che, considerato il costo del canone, aggiungerebbe al danno la beffa.