Giugno antoniano, il vescovo Domenico: «non limitarsi alla memoria, ma prendere impegno»

Sull’importanza del Giugno antoniano, Alessandro Gisotti di Radio Vaticana ha intervistato il vescovo di Rieti, mons. Domenico Pompili.

Dopo l’esposizione della statua del santo, nel pomeriggio di oggi, prende il via domani, 13 giugno, con un Solenne pontificale, presieduto dal cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali, il “Giugno Antoniano Reatino” dedicato quest’anno alle popolazioni delle zone terremotate del Centro Italia. Sull’importanza di questo evento, ricco di incontri con personalità ecclesiali e della cultura, Alessandro Gisotti di Radio Vaticana ha intervistato il vescovo di Rieti, mons. Domenico Pompili:

«È sicuramente un Giugno Antoniano diverso per il fatto che il terremoto ha segnato profondamente questo territorio e non è possibile festeggiare senza fare memoria di quello che è avvenuto, tra l’altro fino a qualche mese fa» spiega il vescovo Domenico. «Il collegamento di Sant’Antonio con Lisbona dà a pensare perché in epoca moderna il terremoto di Lisbona fu un fatto che fece una grande impressione sull’opinione pubblica e ci fu in quel momento anche un dibattito di alto livello da parte di alcune delle figure chiave della cultura del tempo sul terremoto e i suoi risvolti legati al Volto di Dio, al male e alla responsabilità dell’uomo. E quindi a me è parso che questo anno potrebbe essere un anno in cui non limitarsi alla semplice memoria ma anche ad una sorta di impegno per questo momento che è legato alla ricostruzione che è appena partita e che ha bisogno di essere costantemente monitorata e anche incoraggiata».

Certamente il fatto anche soltanto che si svolga comunque quest’anno il Giugno Antoniano Reatino con un programma ricco di tante iniziative, è un segno della vitalità, della voglia di rinascita piena della  sua diocesi, vero?

In questo anno a maggior ragione sentiamo il bisogno di festeggiare proprio perché siamo reduci da questa esperienza e quindi il fatto che grazie alla Pia Unione si sia riusciti a realizzare questo momento è sicuramente motivo di fiducia che sicuramente incoraggerà un po’ tutta la nostra realtà.

Ci sono anche iniziative particolari a cui tiene, che vuole sottolineare in questa occasione?

Sicuramente è molto bella l’iniziativa della “Benedizione dei bambini” che si svolge il 15 giugno. Questo sul piano popolare. Naturalmente, l’apice di tutto sarà la processione di Sant’Antonio ma direi anche alcuni momenti di approfondimento come quello legato ad Amoris laetitia, ad un anno abbondante dalla sua pubblicazione.

Proprio riguardo al Giugno Antoniano lei ha scritto un’occasione per vivere insieme più uniti soprattutto dopo il terremoto. Quali sono le sue speranze, di frutti che possano nascere da questa iniziativa?

Questo nostro territorio è un territorio minuto per dimensione territoriale e anche per quantità di popolazione. E qualche volta il rischio è che nel piccolo ci si divida  ulteriormente per campanili. Credo dunque che mai come in questo momento sia importante essere convergenti perché questo consentirebbe di fare di questa tragedia un’occasione per riprendersi ma tenendosi tutti per mano perché diversamente non si va molto lontano.