Giuda tra politica e teologia

Domenica 6 marzo, all’Auditorium dei Poveri, si è tenuto un incontro culturale promosso dalla Confraternita di Misericordia e dedicato alla figura dell’apostolo Giuda. A guidare i lavori, come di consueto, il prof. Massimo Casciani e la prof.ssa Ileana Tozzi.

Casciani ha introdotto l’enigmatica figura di Giuda con una panoramica delle interpretazioni che si sono succedute nel corso dei secoli. Quelle artistiche (da Dante a Vecchioni) ma soprattutto quelle filosofiche e teologiche. La canonica teoria del traditore non convince molti degli studio. Secondo alcuni filosofi Giuda non sarebbe stato libero quindi non era un traditore vero e proprio per cui soffrirebbe per l’eternità ingiustamente. Per i teologi invece il suo intervento non sarebbe stato indispensabile.

Se i vangeli sinottici condannano unanimemente l’Iscariota c’è un vangelo apocrifo, il Vangelo di Giuda appunto, che ne sottolinea il ruolo definendo il suo tradimento come un atto di obbedienza. Negli studiosi moderni, da Ratzinger ad Augias, prevale la pista per così dire “politica”. Giuda, come altri seguaci di Gesù, è deluso dal Maestro poiché si aspettava un maggior impatto politico-sociale delle sue azioni e un contrasto più deciso verso Romani e sacerdoti. Il tradimento sarebbe stato un tentativo di provocare una tale reazione.

La professoressa Tozzi ha invece sottolineato come nell’arte l’interpretazione classica sia quella maggiormente rappresentata. Giuda è facilmente riconoscibile nel cenacolo, ad esempio, stando accanto a Gesù con la mano verso il piatto. Anche i colori dei suoi abiti (giallo e rosso) sono quelli che all’epoca dei fatti caratterizzavano i malfattori. Poi la scena del bacio, pensiamo a Caravaggio e ai fiamminghi, ne illustra perfettamente la doppiezza. Il tema del doppio ricorre anche nelle raffigurazioni popolaresche dove il corpo impiccato e dilaniato dell’iscariota presenta gli organi raddoppiati.

Per finire viene descritto il caso di un paramento sacerdotale di lana, conservato nella Pinacoteca Diocesana di Rieti, che rappresenta Giuda sconcertato dopo aver preso i denari dai sacerdoti. Un altro particolare che lo rende interessante è la sua realizzazione nelle fiandre al telaio, cosa che rende ancora più impressionante il livello di dettaglio della scena rappresentata.

In conclusione durante l’incontro è emersa chiaramente la complessità di una figura centrale dei vangeli, che acquista un significato del tutto diverso se si tengono in considerazione le condizioni storiche e politiche in cui si svolsero i fatti. Si coglie inoltre tutta l’umanità e la fragilità di questo personaggio, che drammaticamente in un modo o nell’altro ci assomiglia molto.