Giubileo: occasione per il cuore dell’uomo

La fede ha la sua dimora nel cuore dell’uomo, nell’intimità inviolabile della sua coscienza; e tuttavia essa imprime i suoi lineamenti su tutta l’esistenza dell’uomo: sul suo lavoro e sul suo riposo, sui luoghi in cui egli vive e sulle persone con cui tratta.
Per questo i nostri paesi, fatti di strade e di case, sono però fatti di fede. Sono impregnati di quella lunga esperienza di gioia e di fede, di sofferenza e di speranza che costituisce l’avventura dell’uomo. E siccome dai primi secoli della Chiesa il nostro territorio Sabino ha conosciuto il Vangelo, i nostri paesi sono fatti anche del Vangelo.
Ne rimangono come segno materiale tante chiese e santuari che attraverso il tempo hanno accolto i reatini per pregare, supplicare, chiedere perdono.
Certo, sono anzitutto le opere d’arte che ci colpiscono, capaci come sono di parlare al cuore e all’intelligenza dell’uomo di ogni epoca; ma nelle opere dell’arte sacra ci raggiunge anche il senso della fede, della ricerca di Dio, della coscienza dell’uomo che in queste opere si è cristallizzata.
Ci avviamo verso il Giubileo della Misericordia voluto dal Santo Padre Francesco e quindi verso un anno nel quale il pellegrinaggio avrà un’importanza e una diffusione particolari.
Sarà un pellegrinaggio turistico? O artistico? O semplicemente curioso? Dipende da noi. L’uomo vive istintivamente, da sempre, il desiderio di muoversi: soprattutto l’uomo contemporaneo fa fatica ad inserirsi in un luogo e a rimanervi a lungo, forse perché non è mai soddisfatto del tutto e immagina che un altro luogo possa offrirgli maggiori opportunità, un appagamento più pieno.
Per questo l’uomo rimane essenzialmente nomade: «Mio padre era un Arameo errante», recitava una professione di fede dell’Israelita.
Il pellegrinaggio si pone in questa linea: capisco che nel luogo dove sono non compio perfettamente la mia identità di cristiano: ho bisogno di conversione. E conversione significa inversione a “U” per riprendere il cammino in una direzione nuova, spesse volte opposta a quella precedente. Mi metto allora in pellegrinaggio; parto di casa e mi propongo come meta un santuario.
Questo spostamento geografico vuole essere segno di una dislocazione spirituale che ho intensione di compiere. Ma non solo un segno di movimento fisico, bensì qualcosa che coinvolga, condizioni, determini alcuni ritmi della mia vita, insomma mi aiuti a sentire e vivere efficacemente lo stimolo al cambiamento che desidero compiere. Così è sperabile sia il Giubileo della Misericordia.
Operazione commerciale lo sarà certamente: e non potrebbe essere diversamente. Quando si spostano masse notevoli di persone si attivano anche diversi tipi di servizi necessari e questo non avviene senza investimenti, profitti, promozioni commerciali.
Ma il problema è se ci sarà solo questo o se, invece, la dimensione umana e religiosa di pellegrinaggio diventerà primaria. Ne avremmo bisogno, perché il nostro mondo sta attraversando un fiume ampio e vorticoso con la prospettiva di raggiungere l’altra sponda; abbiamo bisogno di mutamenti, ma di mutamenti che siano in meglio, che ci portino verso un mondo più umano.
Il pellegrinaggio ci pone in direzione di Dio e non c’è direzione dalla quale la dignità dell’uomo, la sua vocazione, appaiano con maggiore chiarezza.
Rieti vuole prepararsi al Giubileo della Misericordia riscoprendo la sua identità e la sua vocazione; vorrebbe dare di sé un’immagine bella e completa, un’immagine che aiuti i turisti di passaggio a cogliere il senso di questa terra, la sua storia, la sua ricchezza umana.
Il Giubileo della Misericordia è un’opportunità grande. Non possiamo sognare che nasca magicamente un nuovo ordine di cose; ma dobbiamo pur sentirci responsabili di quello che stiamo creando con le nostre scelte. Il pellegrinaggio ci stacca per un attimo delle preoccupazioni immediate, ci fa alzare il capo per vedere in prospettiva il traguardo delle nostre speranze. Poi dovremmo tornare ad abbassare lo sguardo per riprendere la fatica, ma avremo nel cuore un desiderio più vivo e forse anche una libertà più serena.

(Foto di Dario Mariantoni)

Scarica il Vademecum per il Giubileo di Francesco