Giovani e alcol, la minaccia dietro l’angolo

C’erano tanti ragazzi, in sala. Venivano in gran parte dalla media “Sisti” e dalle scuole superiori non ancora bloccate dall’occupazione, quelle occupazioni in cui è immaginabile che un po’ di trasgressione, in merito a sostanze non proprio salutari, gli adolescenti reatini in questi giorni se la saranno concessa.

Ragazzi che sono già dentro – o vi si stanno avvicinando – a quella fascia d’età (15–49 anni) in cui l’alcol è il principale fattore di rischio, come ha spiegato il dottor Angelo Giuliani nella prima relazione dell’ interessante mattinata dedicata a riflettere sul problema dell’alcolismo in relazione ai giovani. Ad ascoltare con loro, e con quanti (insegnanti, operatori pastorali e sanitari, esponenti del volontariato) hanno seguito l’interessante incontro formativo proposto dalla Pastorale della salute, sarebbe stato utile ci fossero stati anche i genitori, viste la problematicità non indifferente che la piaga dell’alcol produce anche nel piccolo della realtà reatina. Non che si diventi tutti alcolisti cronici, ma non ci vuole tanto a passare la soglia del rischio.

E la corretta informazione, la saggia e prudente azione educativa che sappia fare prevenzione sin dalla più tenera età, l’adozione di comportamenti virtuosi a partire dalla quotidianità familiare è quanto mai essenziale. Soprattutto considerando che la società non è che faccia poi così tanto, come rilevato dal direttore dell’ufficio diocesano Nazzareno Iacopini nell’introduzione: «Non c’è nessun esempio su larga scala che tenga i giovani lontani dall’alcol: sembra che ancora non sia chiara l’emergenza che invece gli addetti ai lavori già segnalano da tempo».

Chiesa e istituzioni locali cercano di fare quel che possono. Rappresentanti istituzionali all’incontro svoltosi all’Auditorium Varrone, moderato dalla giornalista Daniela Melone, hanno voluto presenziare: dopo il saluto portato a nome del vescovo dal vicario generale don Jaroslaw Krzewicki (che, in quanto direttore anche dell’Ufficio scuola, co–promotore dell’iniziativa assieme alla Pastorale sanitaria, avrebbe tenuto poi le conclusioni), hanno rivolto il saluto anche il rappresentante del Comune Enrico Zepponi (consigliere comunale delegato per la sanità) e il consigliere regionale Daniele Mitolo. La relazione di Giuliani, nella prima parte della mattinata, ha aiutato a cogliere la situazione generale e quella specifica del territorio reatino.

Il dottor Giuliani, che nell’Ausl dirige proprio il servizio che si occupa di alcolismo e tossicodipendenze, ha illustrato innanzitutto l’organizzazione degli appositi punti ambulatoriali presenti in città e in provincia e l’impegno degli operatori del Servizio alcologico verso l’utenza giovanile. Alcuni dati mostrano come il problema non sia certo assente a Rieti, se il Pronto soccorso dell’ospedale cittadino registra una decina di accessi al mese per problemi direttamente legati all’alcol (e se poi contiamo quelli dovuti a patologie, infortuni e incidenti vari che dall’abuso di alcolici sono provocati, il numero si decuplica). Più sul “vitale”, e seguita attentamente dalla platea giovanile, la seconda relazione dell’incontro, affidata allo psicologo salesiano Zbigniew Formella.

Don Formella, che insegna all’ateneo pontificio dei figli di don Bosco, ha innanzitutto ripercorso i vari luoghi comuni che, anche nella nostra cultura popolare, circondano di falsi miti le presunte “proprietà benefiche” delle sostanze alcoliche. Ha poi esortato i ragazzi a sapersi ben munire contro i rischi, attraverso un grande amore per sé stessi. «In gran parte la mia vita dipende da me. Sono costruttore di un tempio che è il mio corpo. Al terzo bicchiere il vino beve l’uomo, dice un proverbio orientale… Ma i giovani possono scegliere, se sono correttamente informati.

Fondamentale essere coinvolti nella gestione della nostra crescita: ognuno di noi può diventare uno che distrugge o uno che costruisce, un uomo libero o uno schiavo. Il vostro futuro dipende da voi, non credete che qualcun altro vi organizzerà la vita e penserà al posto vostro». Un grande amore per la vita che vale ben più di qualunque controllo e divieto.

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