Giovani cattolici inglesi alla conquista del mitico Wembley

L’arena di Londra ospita il 7 marzo oltre 7mila giovani dai 15 ai 30 anni. Don Dermott Donnelly, responsabile della pastorale giovanile nella diocesi di Hexham e Newcastle è l’organizzatore del grande raduno tra spiritualità, amicizia e condivisione: “Tendiamo a pensare che la fede cattolica sia partecipare alla messa della domenica, ma dobbiamo anche inventare nuovi spazi di preghiera per i giovani”.

È finalmente arrivato il momento del raduno più importante di giovani cattolici del Regno Unito e don Dermott Donnelly, responsabile della pastorale giovanile nella diocesi di Hexham e Newcastle, è impegnatissimo con gli ultimissimi preparativi. Il sacerdote è uno degli organizzatori di “Flame 2” che, sabato 7 marzo, radunerà, all’arena di Wembley di Londra, 7.200 giovani, dai 15 anni fino alla trentina, per una giornata di preghiera, musica, teatro, danza e riflessione che si concluderà, alle 17.30, con l’adorazione guidata dal primate cattolico, cardinale Vincent Nichols. “Siamo molto soddisfatti”, spiega Donnelly, “perché siamo riusciti a raggiungere il numero di giovani al quale puntavamo. Il segreto del successo è la federazione che organizza l’evento, la CymFed ovvero “Catholic Youth Ministry Federation”, “Federazione per la pastorale giovanile”, che raccoglie chiunque, in diocesi, ordini religiosi o comunità, in Inghilterra e Galles, abbia un ruolo di responsabilità per i giovani. Insomma chiunque sia incaricato, dai vescovi o da una organizzazione di iniziative di pastorale giovanile”.

Lavorate, quindi, insieme tutto l’anno?

“Certamente. I membri di CymFed si incontrano ogni 4 mesi e la commissione che guida la Federazione ogni 2 mesi, e pensiamo a come dare opportunità ai giovani nella nostra società. Sono tutti coinvolti in un’azione di pubblicità continua per far conoscere Flame 2 ai giovani e si occupano anche degli aspetti più pratici, come il trasporto”.

I giovani che partecipano a “Flame” continuano a incontrarsi anche durante l’anno?

“Sì, esatto. Tendiamo a pensare che la fede cattolica sia partecipare alla messa della domenica, ma dobbiamo anche inventare nuovi spazi di preghiera per i giovani. Nella mia diocesi di Newcastle e Hexham, dove sono responsabile per la pastorale giovanile, posso contare su un gruppo di 13 volontari che organizzano ritiri e altri momenti di incontro. I giovani si ritrovano il primo mercoledì di ogni mese per un evento che si chiama ‘The source’, ovvero “La fonte”. Tra i 200 e i 300 adolescenti si incontrano per pregare e ascoltare alcuni interventi e poi mangiamo insieme, hot dogs e patatine fritte. È un lavoro che dà frutti. La mia diocesi manderà allo stadio di Wembley 610 giovani. Abbiamo affittato un treno e anche un bus perché dobbiamo fare 450 chilometri per arrivare a Londra”.

Come spiega questo successo?

“Coltiviamo il rapporto personale. Continuiamo a invitare i giovani anche se dicono di no. Insistiamo. Quando gli adolescenti si ritrovano insieme, ogni mese, nelle varie diocesi, sentono che non sono più soli ma parte di una comunità più grande e questo li aiuta a vivere il Vangelo”.

Ci vuole tanto tempo per preparare un evento come “Flame 2”?

“Ci vogliono almeno 18 mesi per preparare il programma e molto dipende da chi è disponibile a venire a parlare. Ingredienti indispensabili per noi sono preghiera, entusiasmo e argomenti di discussione che aiutino i giovani a pensare e li ispirino. Gli adolescenti hanno bisogno di essere sfidati ma anche rassicurati e celebrati. Devono sentirsi importanti dentro la Chiesa”.

Qual è la parte forte del programma di “Flame 2” di quest’anno?

“Cominciamo con Matt Redman, un cantante cristiano noto in tutto il mondo, che guiderà la preghiera del mattino con la quale inizieremo la giornata. Poi avremo 20 minuti con il cardinale Luis Tagle, arcivescovo di Manila dal 2011, uno dei più giovani della chiesa cattolica, famoso come presentatore di un programma di successo sulle reti Abs e Cbn e per aver guidato la sua Chiesa durante i giorni difficili del tifone Haiyan del novembre 2013. Offriremo molte attività, durante l’ora di pranzo, e, nel pomeriggio, parleremo di come possiamo portare la gioia del Vangelo nei diversi momenti della nostra vita”.

Come mai avete deciso di riservare uno spazio importante del programma alla salute mentale?

“Perché è importante che i giovani sappiano di essere un dono unico di Dio, unici e irripetibili e responsabili, di conseguenza, della loro salute mentale. Avvicineremo l’argomento con uno chat show al quale interverrà la baronessa Sheila Hollins, presidente dell’Ordine professionale degli psichiatri e dell’associazione dei medici britannici, che cercherà di allontanare lo stigma che, di solito, si accompagna alle malattie mentali”.