Chiesa di Rieti

Il dono della fortezza per affrontare le contrarietà

La fortezza è necessaria per vivere, perchè nella condizione umana, il positivo cammina con il tragico, il nascere si accompagna al morire, il piacere al dolore: è la resistenza che ci dà forza anche quando verrebbe da dire che non vale più la pena

Nel giorno dell’Ascensione, il vescovo Domenico si è soffermato su un altro dei sette doni dello Spirito Santo, la fortezza.

«Come abbiamo ascoltato gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. E, tuttavia quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Perfino di fronte al Risorto da morte i suoi non cessano di dubitare. Che sia un’allucinazione, un fantasma, un sogno? Ciò non toglie che proprio a gente così confusa riservi un compito decisivo: Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli. Sembra proprio che crede più Lui a noi che noi a Lui. Ma promette una forza speciale: Riceverete la forza dello Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni, secondo il racconto degli Atti».

«La forza, anzi la fortezza, che state per ricevere cosa è? E, ancor prima, perché essere forti? La fortezza beninteso non ha a che fare con muscoli o sostanze dopate. È necessaria per vivere, visto che nella condizione umana, il positivo cammina con il tragico, il nascere si accompagna al morire, il piacere al dolore. La fortezza è la condizione perché venga fuori il carattere di ciascuno che si forgia nelle scelte e non nelle intenzioni, per dare forma all’io, che diventa reale solo nell’agire visibile e concreto. Ciò significa una cosa su cui spesso si sorvola: il fallimento non è un’ipotesi ma un fatto. Il mito del super-eroe che stravince, se la cava sempre, la spunta in ogni caso, è una bufala. Oggi esistono forme di autolesionismo nel non accettare il limite con la forza».

«La fortezza di cui ci fa dono Gesù va in questa direzione. È energia per affrontare le contrarietà: come uno che fa surf e addomestica le onde. Avete un problema? È il momento di affrontarlo, non di scansarlo. Dietro ogni fatica si nasconde un’opportunità. La fortezza poi è risorsa interiore che fa leva sull’anima di ciascuno e non semplicemente sul corpo o sulla psiche. Non è la bellezza la soluzione ai nostri turbamenti (nessuno si sente brutta come chi è bella), né la semplice padronanza dei propri sentimenti (la vita è imprevedibile e mette a soqquadro le nostre presunte sicurezze). Ci vuole l’anima, cioè, quel luogo dove in cui nessuno può entrare senza il nostro permesso e dove ci si incontra con Dio. Infine, la fortezza è resilienza, cioè resistenza anche quando verrebbe da dire non vale più la pena.

Io sono con voi tutti i giorni. Gesù è con noi. Non davanti, ne dietro, né accanto, ma in noi. E questo ci basta.