Europa

Germania al voto: ma il dopo-Merkel sarà un terno al lotto

Tedeschi convocati ai seggi per domenica 26 settembre. Dopo quattro mandati esce di scena la cancelliera democristiana, che ha guidato il Paese con successo anche nei momenti più difficili

Il prossimo 26 settembre si terranno le elezioni federali per il Bundestag, il Parlamento tedesco. Chi sarà capace, tra i candidati, di convincere l’elettorato che nel suo partito, nella sua proposta politica si trova la migliore soluzione possibile per le necessità della Germania? Chi sarà ritenuto degno di succedere ad Angela Merkel, che ha rivestito il ruolo di cancelliere per 4 mandati, con differenti coalizioni, ma sempre rispettata e ascoltata dal suo popolo, e non solo?

Temi-chiave per il mondo cattolico. La Chiesa tedesca attende queste elezioni con molta circospezione, sia per i propri problemi interni, sia per un eventuale inasprimento dei rapporti con lo Stato federale alla luce di quale sarà il partito ad esprimere il nuovo cancelliere e la coalizione che guiderà il Paese. Non è certo un caso che la Conferenza episcopale tedesca (Dbk) sia convocata per l’assemblea plenaria autunnale nei giorni immediatamente precedenti il voto per il Bundestag, e molte analisi sulle proposte dei partiti sono apparse nei media cattolici e fra i movimenti ecclesiali. Temi quali suicidio assistito, accoglienza dei profughi e asilo ecclesiastico, assistenza e aiuto sociale ai disoccupati, lotta alla dispersione scolastica, sono argomenti che per il mondo cattolico saranno dirimenti al momento del voto.

Un documento ecumenico. Non è sola la Chiesa cattolica nel chiedere un voto dal quale emerga un elevato standard di riconoscimento dei diritti umani: il vescovo del Limburgo e presidente della Dbk, mons. Georg Bätzing, e il presidente del consiglio della Chiesa evangelica in Germania (Ekd), il vescovo regionale della Baviera, Heinrich Bedford-Strohm, hanno richiesto, in un documento comune, impegno per la dignità umana, la giustizia e la solidarietà. E allo stesso tempo chiedono che l’estremismo, la “propaganda populista e i discorsi violenti” siano contrastati in modo netto. In un periodo come quello recente, reso difficile dalla pandemia e dalle tragiche alluvioni di luglio, le Chiese chiedono a tutti i partiti di dare risposte “alle domande sull’uguaglianza, sulla dignità umana, sulla libertà umana e anche sui requisiti per la solidarietà e la giustizia nella società”.

No a populismo ed estremismo. Il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco-Frisinga e presidente emerito della Dbk, nell’ambito di una campagna per il voto responsabile organizzata dalla Società Kolping in Baviera, ha sottolineato che la democrazia si basa sulla partecipazione di tutti, e che, per permetterne lo sviluppo a favore di tutti ci vuole l’impegno, la ragione politica e la lungimiranza per realizzare il bene del popolo. “Per questa democrazia servono i nostri voti, anche contro le correnti politiche dell’ignoranza, del populismo e dell’estremismo”. Il presidente del Comitato centrale dei cattolici tedeschi (Zdk), Thomas Sternberg, ha esplicitamente messo in guardia i fedeli contro il voto al partito populista di estrema destra Afd – Alternative für Deutschland, come ha fatto la maggioranza dell’associazionismo cattolico, compreso il Movimento delle donne cattoliche tedesche (Kfd) e le confraternite.

La voce dei più giovani. La Federazione dei giovani cattolici tedeschi, che è la più grande associazione giovanile della Germania (Bdkj), ha posto l’accento sulla necessità che i partiti diano risposte ai giovani tedeschi, anche spingendo per l’abbassamento dell’età per il voto fino a 16 anni: l’aumento della disoccupazione giovanile, della dispersione scolastica, dei giovani senzatetto, della radicalizzazione dello scontro sociale richiedono, per la Bdkj, un’apertura della politica alle necessità dei più giovani e dei piccoli: “i bambini e i giovani non hanno voce e non hanno lobby, anche se sanno esattamente cosa vogliono e devono convivere a lungo con gli effetti delle decisioni politiche degli adulti”, spiega la presidente federale del Bdkj, Daniela Hottenbacher, ribadendo l’estrema necessità dell’abbassamento dell’età del diritto al voto. I giovani cattolici tedeschi hanno ribadito l’impegno per l’elezione di un parlamento costituito da partiti democratici con l’esplicito rifiuto delle posizioni populiste definite “inammissibili” dal Consiglio federale dell’organizzazione.

Partiti e sondaggi. La situazione attuale, a pochi giorni dal voto, presenta uno scenario aperto a molte soluzioni: gli analisti del secondo canale della televisone di Stato, la Zdf, danno una sostanziale parità tra Unione (Unione cristiano democratica-Cdu e Unione cristiano sociale.Csu, bavarese) e Socialdemocratici (Spd) che oscillano tra il 25 e il 22%; quindi il partito dei Verdi (Die Grünen) tra il al 20% e il 17%, con l’AfD accreditato di un 11% stabile, con la sinistra dei Linke e i Liberali di Fdp (Freie demokratische partei) che stazionano al di sotto del 10%.

L’eredità della cancelliera. In queste prossime elezioni peserà molto la figura di Angela Merkel: ritenuta l’ultima vera statista europea, ha saputo condurre la Germania dandole un ruolo primario nella politica mondiale, e centrale in quella europea. Non è un caso che i candidati dei 7 partiti principali paghino un grosso debito di notorietà alla sovrabbondante dominanza della cancelliera Merkel: per la Cdu Armin Laschet, per la Csu Markus Soeder, per l’Spd Olaf Scholz, per i Verdi Annalena Baerbock, per i Linke l’accoppiata Janine Wissler e Dietmar Bartsch, per i Liberali Christian Lindner e per i populisti dell’Afd il duo Alice Weidel e Tino Chupalla. Nessuno di questi è stato capace di raccogliere unilateralmente un consenso sulla propria persona: già questo dato fa capire quanto sarà complessa la costituzione del futuro governo. Il voto pagherà dazio per la situazione generata dalla pandemia e dai debiti causati per rispondervi. L’aumento dei disoccupati, la diminuzione delle azioni sociali per l’inserimento dei giovani nel lavoro, la non chiarezza delle ipotesi riguardo i profughi e, soprattutto, la sensazione che la leadership politica di tutti i candidati sia troppo debole, rendono il voto del 26 settembre prossimo un terno al lotto: sarà forse la prima volta che si assisterà a una coalizione di tre partiti, fatto mai successo e sempre rifiutato dagli elettori tedeschi?

dal Sir