Freddy Mercury, uno dei troppi

Il 24 novembre ricorre l’anniversario della morte di uno dei più straordinari interpreti della musica rock, scomparso venti anni fa, a causa dell’AIDS. In occasione della giornata mondiale contro questa patologia, il primo dicembre, facciamo il punto della situazione.

L’organizzazione mondiale della sanità ha stimato che ci siano stati 25 milioni di morti dalla scoperta della sindrome, avvenuta nel 1981, il che ne ha fatto una delle più terribili epidemie della storia: solo nel 2005 sono morti 3,1 milioni di persone, di cui circa 600.000 bambini. Attualmente si stima che le persone affette da HIV siano 33 milioni.

Il virus dell’immunodeficienza umana, dall’acronimo inglese HIV, è un retrovirus del genere lentivirus che, in base alle conoscenze attuali, si suddivide in due ceppi: HIV-1, prevalentemente localizzato in Europa, America ed Africa centrale ed HIV-2, localizzato in Africa occidentale ed Asia, il quale determina una sindrome clinicamente più moderata rispetto al primo ceppo. Le modalità di trasmissione di tale virus possono essere di tre tipi: sessuale, la più diffusa comprendendo circa l’85% dei casi, ematica, con il contatto o lo scambio di sangue o emoderivati infetti, verticale, cioè madre-figlio, che può avvenire durante la gravidanza per passaggio trans-placentare, durante il parto o nel periodo dell’allattamento.

L’unico modo per sapere se si è stati infettati dal virus delll’HIV è un test immunologico che rileva la presenza o meno di anticorpi contro quello specifico virus: essere sieropositivo significa quindi che il test effettuato sul sangue ha dato esito positivo per la ricerca di anticorpi contro il virus dell’HIV. Non tutti i sieropositivi entrano nella fase sintomatica e non tutti lo fanno nello stesso arco di tempo, sviluppando quindi l’AIDS. Il periodo che trascorre dal momento del contagio a quello dello sviluppo della patologia può essere molto lungo e del tutto asintomatico. Proprio per questo il test diventa fondamentale: ignari del proprio stato si possono aver contagiato altre persone.

La sindrome da immunodeficienza acquisita, il cui acronimo inglese è AIDS, è invece l’insieme delle manifestazioni dovute alla deplezione o alla distruzione di linfociti T, derivante da infezione con virus HIV-1 o HIV-2. In tali condizioni il soggetto malato di AIDS sviluppa tutta una serie di infezioni opportunistiche, tumori e quadri clinici riconducibili all’immunodepressione che, nel giro di pochi mesi se non trattati adeguatamente, lo condurranno alla morte. Avere l’AIDS conclamato, dal punto di vista clinico, significa avere la conta dei linfociti T sotto un certo numero e quindi il sitema immunitario compromesso dall’azione del virus; tali soggetti vengono infatti definiti anche immunocompromessi o immunodepressi.

Il 24 novembre del 1991, a causa di una broncopolmonite aggravata da complicazioni dovute all’AIDS, moriva Freddy Mercury, uno dei 25 milioni di morti causati da questa patologia. Uno dei troppi.