Fotografia: i Ferri del mestiere

Incontro con il fotografo Enrico Ferri: il mestiere del creatore d’immagini, l’amore per la montagna e il rapporto con la città.

La città di Rieti oltre ad essere patria di numerosi artisti del passato, può vantare anche di essere la culla di artisti dei nostri giorni, come il fotografo Enrico Ferri. L’abbiamo incontrato nel suo studio “Controluce” in Via Terenzio Varrone 20, dove ci ha accolto con grande ospitalità e senza risparmiarsi.

Come si è avvicinato alla fotografia?

Inizialmente a guidarmi è stata la passione, ho iniziato da autodidatta studiando e leggendo molte riviste e libri. Poi nei primi anni ‘80, precisamente nell’84, ho partecipato alla mia prima spedizione all’estero come reporter in Groenlandia e da lì la passione si è trasformata anche in lavoro.

Una delle sue specializzazioni è infatti il reportage fotografico d’ambiente…

Si, è un genere che mi ha da sempre affascinato data anche la mia passione per l’alpinismo e le foto aeree.

Nel 2014 partirà per la spedizione sul Kachenzonga?

Un primo gruppo, tra cui due membri del CAI di Rieti, partirà a metà ottobre 2013 per un sopralluogo esplorativo fino al campo base mentre io ed altri tenteremo la scalata a marzo 2014. Sono il fotografo ufficiale della spedizione che non sarà solo esplorativa ma anche culturale, vogliamo infatti ripercorrere l’impresa di Vittorio Sella e Fosco Maraini.

Data la sua passione per le montagne, come trova il nostro Terminillo?

Sicuramente è una bellissima montagna dalla natura incontaminata. Da un punto di vista di un alpinista posso tranquillamente dire che è una bella palestra data la sua roccia friabile, è molto conosciuta e visitata da chi come me ama fare le scalate.

Durante la sua vita professionale si è occupato in particolar modo di rilievi fotogrammetrici di monumenti. Potrebbe spiegare a noi profani di cosa si tratta?!

La fotogrammetria è un tipo di fotografia molto tecnica, permette la creazione di un modello tridimensionale in scala misurabile, di architetture, monumenti e industrie. È una tecnica molto complessa che richiede diverse competenze tra cui l’uso di una logica geometrica e conoscenze topografiche. Ho iniziato proprio imparando questo tipo di fotografie, in Italia c’erano pochi professionisti del settore, l’uso di macchine speciali alcune molto costose ne limitava l’utilizzo. Per esempio da una società di Napoli mi è stato commissionato il modello 3D del Tempio di Nettuno nell’area archeoligica di Paestum, per poterlo realizzare abbiamo scattato oltre 2500 foto.

Questa sua specializzazione le ha permesso di visitare molti luoghi?

Ho realizzato diversi servizi all’estero. In Turchia, ad Istanbul nel Museo Archeologico, in Libia nell’area degli scavi archeologici dell’antica Cirene. In Italia sono stato in moltissimi posti, soprattutto al sud. L’ultimo lavoro importante in questo campo è stato a Roma nel 2008, dove ho fotografato tutti i monumenti presenti sulla linea della Metro C.

Le sue immagini sono state pubblicate su numerose riviste, ricorda la sua prima pubblicazione?

È stato il servizio realizzato nella mia prima spedizione in Groenlandia, fu pubblicato su una rivista che oggi non esiste più “Scienza e Vita” del 1984.

Ha curato anche diverse pubblicazioni sulla città di Rieti. Crede sia valorizzata abbastanza?

In passato sono stati pubblicati volumi riguardanti Rieti, ricordo diversi speciali su tutta la Provincia sulla rivista “Scenari”. Oggi al contrario ce ne sono molti meno, probabilmente per mancanza di una disponibilità economica o forse perché c’è meno voglia di fare. Con rammarico devo dire che la più grande pecca di Rieti è che ad oggi non viene riconosciuta la professionalità e l’esperienza e questo purtroppo emerge dagli ultimi lavori pubblicati.

Nonostante il suo lavoro itinerante ed in giro per il mondo ha sempre conservato il suo studio a Rieti..

Sinceramente per un periodo ho seriamente lavorato per andarmene, ma poi per motivi personali ho abbandonato il progetto. Dopotutto a Rieti ho gli affetti più cari.

Un consiglio alle nuove leve?

Io non ho avuto alcun maestro e riconosco quanto sia importante imparare da qualcuno. Attraverso uno scambio positivo può esserci una crescita reciproca sia del maestro che dell’allievo. Se hai la fortuna di poter iniziare con l’aiuto di un professionista, sicuramente potrai apprendere più in fretta, senza tralasciare che bisogna comunque metterci del proprio: passione, umiltà e tanta voglia di mettersi in gioco. E’ un lavoro bello ma “bestiale”, se sei davvero convinto fallo ma sappi che sarà dura! Io ho sempre insegnato tutto quello che conoscevo ai giovani che volevano fare questo mestiere, non mi sono mai risparmiato e sono fiero di tutto quello che ho fatto anche dei lavori che oggi mi piacciono meno.

Per chi volesse vedere i suoi lavori può visitare il suo sito internet www.enricoferri.eu

di Barbara Mazzetti e Susanna Angelini