Covid-19

Fonte Colombo al tempo del coronavirus: più che frati… monaci

Non perde l’ironia neppure al telefono, padre Marino Porcelli. Anche adesso che, nella comunità di Fonte Colombo, si vive reclusi esattamente come tutti gli altri italiani

«Vabbè, mo’ te lascio che sto coi guanti e la zappa!». Non perde l’ironia neppure al telefono, padre Marino Porcelli. Anche adesso che, nella comunità di Fonte Colombo, si vive reclusi esattamente come tutti gli altri italiani.

La telefonata raggiunge il padre guardiano del santuario francescano della Regola mentre, con qualche altro frate e postulante, è al lavoro in giardino. «Ormai non siamo più frati, siamo monaci… Ma proprio quelli cistercensi della stretta osservanza», scherza fra Marino. «Ora et labora! Altro non si fa. Preghiamo e lavoriamo».

In convento non bussa nessuno in questi giorni e la chiesa, nei momenti in cui non è occupata dalle preghiere canoniche e celebrazioni eucaristiche della comunità, resta aperta, ma difficilmente qualcuno sale, «anche perché c’è difficoltà: se te fermano, che fai? Dici che stai andà a pregà a Fonte Colombo? Quello giustamente te risponde “vabbè, ma prega a casa tua!”».

E così pregano da soli, frati e futuri tali (gli otto aspiranti Minori della provincia laziale-abruzzese e di quella toscana che si trovano in formazione nel postulandato interprovinciale ospitato nel santuario reatino), sparsi in coro e nei banchi in modo da mantenere le distanze interpersonali nel rispetto delle regole di sicurezza. «Almeno possiamo intercedere per tutti, soprattutto per i sofferenti di ogni razza e specie. Offriamo tutto al Signore».

I religiosi vorrebbero essere più utili alle persone, in questo momento confuse, spaventate, smarrite… Ma più che un sostegno “a distanza” non riescono a dare. Ora si pensa alla prossima Settimana Santa, ai riti pasquali a porte chiuse, che saranno inevitabilmente più tristi… E però non si deve perdere la fiducia: «Il Signore è buono, tutto passerà, se rispettiamo quello che ci viene detto… Ribadiamo sempre quello che ha detto il vescovo Domenico: impariamo da questa situazione negativa a trarre saggi insegnamenti! Questo momento difficile ci servirà per riflettere dove stiamo correndo. Magari ti rendi conto che non sei Dio e che Dio non è il denaro».

Con la speranza di poter tornare quanto prima a vivere la “loro” Regola, quella che san Francesco scrisse fra la pace di questi boschi… «Con tutto il rispetto per i monaci… ma ci manca il contatto con la gente, l’andare tra le persone!». E ugualmente il contatto diretto con loro manca a tanti.